Amnesty International è
estremamente preoccupata per la decisione della corte d'appello
della sharia di Funtua, nello stato nigeriano di Katsina, di
confermare la condanna a morte per lapidazione per Amina Lawal, la
giovane donna che avrebbe avuto un figlio al di fuori del
matrimonio.
Questa decisione è incompatibile
con la costituzione nigeriana, con gli impegni internazionali per
la difesa dei diritti umani firmati dalla Nigeria stessa e con la
Carta africana dei diritti umani e dei popoli. La pratica della
condanna a morte per lapidazione è una delle peggiori forme di
punizione ed è proibita dal Patto internazionale sui diritti
civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro
la tortura.
Oltre ad Amina, altre 3 persone,
Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda sono stati
condannati a morte per lapidazione. L'esecuzione della condanna
potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento. Tutto questo,
nonostante le proteste internazionali e della società civile
locale nei confronti delle condanne emesse oramai regolarmente
dalle corti della sharia.
Secondo le informazioni
pervenute ad Amnesty International, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e
Mallam Ado Baranda non avrebbero avuto alcun rappresentante legale
durante i loro processi.
Ahmadu Ibrahim (32 anni) e
Fatima Usman (30 anni) erano stati accusati di adulterio sulla
base di un rapporto di polizia presentato alla corte della sharia
di New Gavu (Stato di Niger) nel maggio di questo anno. In un
primo momento erano stati condannati a cinque anni di carcere e a
una multa. Le autorità giudiziarie dello Stato, considerando la
pena troppo mite ed irrogata secondo un "vecchio codice", hanno
ordinato un nuovo processo, terminato con la condanna alla
lapidazione.
Mallam Ado Baranda (54 anni) è
stato condannato a morte per lapidazione a luglio, nello Stato di
Jigawa, per aver stuprato una bambina di 9 anni. A quanto pare,
l'uomo avrebbe confessato il suo crimine e avrebbe rifiutato di
ricorrere in appello.
Amnesty International si oppone
alla pena di morte in tutte le circostanze perché è una delle
massime forme di crudeltà e vìola il diritto alla vita.
Amnesty International chiede al
governo nigeriano di assicurare che Amina Lawal, Ahmadu Ibrahim,
Fatima Usman e Mallam Ado Baranda possano godere di tutti i propri
diritti per una regolare richiesta di appello a una corte
imparziale e indipendente, in accordo con gli obblighi
internazionali per i diritti umani firmati dalla Nigeria tra cui
l'articolo 6 del Patto internazionale sui diritti civili e
politici per la salvaguardia dei diritti umani delle persone
condannate a morte.
Amnesty International chiede
intanto al governo nigeriano di impedire le esecuzioni di Amina
Lawal, Ahmandu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda.
Qualora venissero confermate in
appello, Amnesty International chiederà l'annullamento delle
condanne emesse nei confronti di Amina Lawal, Ahmandu Ibrahim e
Fatima Usman, nonché la commutazione della condanna nei confronti
di Mallam Ado Baranda in una pena minore, compatibile con gli
standard internazionali in linea con le raccomandazioni delle
Nazioni Unite che limitano l'imposizione della pena di morte,
laddove è già prevista, ai reati intenzionali con conseguenze
letali. |