APPELLO PER AMINA

Metti anche tu una firma  

È stata confermata dalla corte suprema nigeriana la condanna a morte tramite lapidazione di Amina Lawal.
La condanna è stata rinviata di un mese per l'allattamento del figlio.
Entro un mese, Amina Lawal verrà sepolta fino al collo e lapidata, a meno che una marea di firme non riesca a persuadere le autorità nigeriane a revocare la condanna, come nel caso di Safiya.
Per Amina sono state raccolte poche firme; per favore entrate nel sito
http://www.amnesty.it/appelli/appellonigeria.php3

http://www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3
oppure in
www.amnistiaporsafiya.org

e firmate l'appello di Amnesty International per la revoca della condanna a morte di Amina e altre donne nigeriane. Facendo girare questo messaggio si ampliano le possibilità di successo dell'iniziativa.

DAL SITO DI AMNESTY INTERNATIONAL

Amnesty International - In Primo Piano

Nigeria: Appello in favore di Amina Lawal, Ahmadu Ibrahim,

Fatima Usman e Mallam Ado Baranda

 

Amnesty International è estremamente preoccupata per la decisione della corte d'appello della sharia di Funtua, nello stato nigeriano di Katsina, di confermare la condanna a morte per lapidazione per Amina Lawal, la giovane donna che avrebbe avuto un figlio al di fuori del matrimonio.

Questa decisione è incompatibile con la costituzione nigeriana, con gli impegni internazionali per la difesa dei diritti umani firmati dalla Nigeria stessa e con la Carta africana dei diritti umani e dei popoli. La pratica della condanna a morte per lapidazione è una delle peggiori forme di punizione ed è proibita dal Patto internazionale sui diritti civili e politici e dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.

Oltre ad Amina, altre 3 persone, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda sono stati condannati a morte per lapidazione. L'esecuzione della condanna potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento. Tutto questo, nonostante le proteste internazionali e della società civile locale nei confronti delle condanne emesse oramai regolarmente dalle corti della sharia.

Secondo le informazioni pervenute ad Amnesty International, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda non avrebbero avuto alcun rappresentante legale durante i loro processi.

Ahmadu Ibrahim (32 anni) e Fatima Usman (30 anni) erano stati accusati di adulterio sulla base di un rapporto di polizia presentato alla corte della sharia di New Gavu (Stato di Niger) nel maggio di questo anno. In un primo momento erano stati condannati a cinque anni di carcere e a una multa. Le autorità giudiziarie dello Stato, considerando la pena troppo mite ed irrogata secondo un "vecchio codice", hanno ordinato un nuovo processo, terminato con la condanna alla lapidazione.

Mallam Ado Baranda (54 anni) è stato condannato a morte per lapidazione a luglio, nello Stato di Jigawa, per aver stuprato una bambina di 9 anni. A quanto pare, l'uomo avrebbe confessato il suo crimine e avrebbe rifiutato di ricorrere in appello.

Amnesty International si oppone alla pena di morte in tutte le circostanze perché è una delle massime forme di crudeltà e vìola il diritto alla vita.

Amnesty International chiede al governo nigeriano di assicurare che Amina Lawal, Ahmadu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda possano godere di tutti i propri diritti per una regolare richiesta di appello a una corte imparziale e indipendente, in accordo con gli obblighi internazionali per i diritti umani firmati dalla Nigeria tra cui l'articolo 6 del Patto internazionale sui diritti civili e politici per la salvaguardia dei diritti umani delle persone condannate a morte.

Amnesty International chiede intanto al governo nigeriano di impedire le esecuzioni di Amina Lawal, Ahmandu Ibrahim, Fatima Usman e Mallam Ado Baranda.

Qualora venissero confermate in appello, Amnesty International chiederà l'annullamento delle condanne emesse nei confronti di Amina Lawal, Ahmandu Ibrahim e Fatima Usman, nonché la commutazione della condanna nei confronti di Mallam Ado Baranda in una pena minore, compatibile con gli standard internazionali in linea con le raccomandazioni delle Nazioni Unite che limitano l'imposizione della pena di morte, laddove è già prevista, ai reati intenzionali con conseguenze letali.

 

Amnina Lawal (photo © BBC)

Scheda: la pena di morte in Nigeria

Il nuovo codice penale della sharia permette alle corti della sharia di imporre condanne a morte anche per quei casi per i quali in precedenza non erano previste pene gravi. Secondo i "vecchi codici penali" degli Stati della Nigeria settentrionale e anche per il Codice penale federale, applicabile negli Stati del sud del paese, i processi che possono portare alla pena capitale devono essere tenuti solo dall'Alta Corte dello Stato. Con il nuovo codice della sharia, la situazione è completamente mutata.

Il nuovo codice penale della sharia e il Codice di procedura penale della sharia violano molti trattati internazionali ratificati dalla Nigeria, tra cui la Convenzione contro la tortura e altri trattamenti crudeli e degradanti delle Nazioni Unite e il Patto internazionale sui diritti civili e politici.

[...SEGUE]

 

 

 

 

Comunicato Stampa

Nigeria: sul caso di Amina Lawal il governo adopera un doppio linguaggio, accusa Amnesty International

 

 

 

 


 

 






 

 

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Altri documenti sulla Nigeria