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OSSERVATORIO INFANZIA
REFERENTE
Diego Aprile
(KC Canicattì)
COLLABORANO
Anna Maria Limiti Maria
Grazia Pisani
(KC Roma Michelangiolo)
(KC Biella Victimula Pagus)
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Sposa bambina muore di
parto a 12 anni
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14-9-2009
Ogni mattina, prima di alzarmi, ascolto dalla TV i
titoli dei giornali e le prime notizie della
giornata.
Stamattina ne hanno riportato una che avrei
preferito non sentire.
“Morta di parto nello Yemen una bambina di 12 anni
costretta al matrimonio”.
Quando si pensa ad una bambina di 12 anni ci si
immagina una fanciulla spensierata, con la Barbie, i
poster del cantante preferito nella cameretta,
stereo a tutto volume etc.
Ma ci sono anche altre realtà.
A Fawzia Abdallah Youseff, osi si chiamava la
bambina, le bambole ed i giochi sono stati negati.
Andava a scuola, ma è stata ritirata perché
assumesse il ruolo di sposa e di madre.
Dietro tutto questo c’è l’indigenza della famiglia
della piccola Fawzia, voglio chiamarla così perché
piccola era, in un Paese, lo Yemen, tra i più poveri
del mondo.
Lo scorso anno si era presentato un caso analogo con
una bambina di 8 anni ma questa aveva denunciato suo
padre e quindi ottenuto il divorzio.
Mentre sto scrivendo mi torna in mente un libro
letto circa 10 anni fa tratto da una vicenda
realmente accaduta dal titolo “Mai senza mia
figlia”..
Una donna inglese aveva sposato uno yemenita, pur
vivendo in Inghilterra il padre aveva “venduto” sua
figlia.
L’aeva portata nello Yemen dove l’aveva costretta a
sposare a 10712 anni un ragazzo yemenita.
Il tempo passa ma le cose non cambiano.
Sia nello Yemen che in Arabia Saudita sono nate
delle Organizzazioni della Società Civile
(prevalentemente Movimenti femministi) che si stanno
battendo perché per legge venga portata a 18 anni
l’età per il matrimonio.
Ci auguriamo che riescano a farlo.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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Il turismo sessuale
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Carissimi,
il 12 febbraio scorso ho
portato alla vostra attenzione un
articolo riguardante il turismo sessuale
le cui vittime, purtroppo, spesso sono i
bambini.
Siamo in pieno periodo
vacanziero, ed il mio pensiero e quello
di molti altri va a questo "business"
che purtroppo, nonostante leggi e
controlli, non cessa.
Tratta, pedopornografia e
turismo sessuale sono tra le attività
più redditizie della malavita
organizzata. I minorenni inseriti nel
business della prostituzione sono circa
3 milioni dei quali la metà in Asia,
soprattutto bambine e ragazzine, il 40%
delle quali hanno tra i 5 e i 12 anni.
Il fenomeno, secondo il rapporto
presentato alla Bit di Milano nel
febbraio scorso coinvolge, loro
malgrado, 10 milioni di minori dei quali
il 90% sono bambini. Questa situazione,
ogni anno causa 2 milioni di aborti, 500
mila nuovi casi di epatite C e 300 mila
casi di Hiv.
L'Europa detiene il brutto primato con il
39% dei turisti del sesso seguita da Nord
America (31%), Oceania (16%) e Asia (12%).
Ottantamila gli italiani, al primo posto in
Europa, con il 18% del totale. Il business
del turismo sessuale, secondo dati
pubblicati nel sito dell'Ecpat
(End child prostitution, pornography and
trafficking) arriva a 100 milioni di dollari
l'anno.
Ma il fenomeno della tratta di minori e il
turismo sessuale negli ultimi anni è
aumentato o è in diminuzione?
Secondo i dati 2005-2008 la
tratta risulta essere in diminuzione – dice
Yasmin Abo Loha, coordinatrice dei programmi
Ecpat Italia – ma solo perché i minori
spariscono dalla strada. Ciò non ci dà prova
che ci sia un reale calo del fenomeno. Il
turismo sessuale invece viene praticato da
clienti occasionali. La maggior parte di
loro sono sposati con figli e non sa che è
un reato. Le famiglie delle vittime – spiega
– sono estremamente povere e vendono i
propri figli per necessità.
Ritorna la povertà, è il
comune denominatore per tutti i soprusi ai
minori.
Violenza, pedofilia,
sfruttamento, lavoro minorile.
Rimbocchiamoci le maniche,
c’è veramente molto da fare.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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Bambini lavoratori
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prendo
spunto da un articolo riportato oggi sul
quotidiano la Nazione di Firenze riferito
all'arresto di due cinesi che nel loro
laboratorio impiegavano minori.
Ho voluto approfondire
l'argomento
"Le aree
principalmente interessate dal lavoro minorile
sono Asia,Ruanda,India,Pakistan, Nepal; Africa;
America Latina, soprattutto Colombia, Brasile.
Non sono però esclusigli stati Uniti e l’Europa.
Generalmente in
tutto il mondo è presente il lavoro infantile,
ma soprattutto nei Paesi
in via di sviluppo, dove si presentano
determinate condizioni che favoriscono questo
fenomeno. Il lavoro infantile si presenta anche
in regioni ricche di risorse e con un’economia
florida, in cui però il reddito pro capite è
molto basso e vi è un numero consistente di
persone in stato di povertà,
paesi dove, ad esempio controllano buona parte
dei terreni coltivabili. o meno.
La
responsabilità del lavoro minorile va attribuita
in primo luogo alla povertà: nella maggior parte
dei casi i bambini devono lavorare per
contribuire al reddito familiare.
Il lavoro
minorile può essere causa, e non solo
conseguenza, di povertà sociale e individuale.
In alcuni casi svolgendo attività lavorative, un
bambino non avrà la possibilità di frequentare
in modo completo neppure la scuola elementare,
rimanendo in una condizione di
analfabetismo,
a causa della quale non potrà difendere i propri
diritti, anche di lavoratore adulto.
Tuttavia in
molti Paesi si è osservata una coincidenza tra
lavoro e scuola: i bambini lavorano per poter
pagare i costi connessi alla frequenza
scolastica (iscrizione, libri, uniformi etc).
Lo sfruttamento
infantile sul lavoro è alimentato anche dalla
politica economica delle multinazionali, che
spostano la loro produzione nelle aree più
convenienti, dove i lavoratori sono meno
esigenti e i governi più deboli e
accondiscendenti. Inoltre la scarsità dei mezzi,
l’enorme numero di attività produttive non
regolamentate e la corruzione ostacolano i
controlli da parte degli organi competenti. I
genitori non hanno la possibilità di lavorare o
il loro reddito è insufficiente per il
mantenimento dell’intera famiglia oppure
contraggono debiti che non verranno più estinti.
-
I prodotti
usati nelle fabbriche danneggiano gli organi
respiratori, gli occhi, il fegato, i reni e
molto altro.
-
Portare pesi o
assumere posture forzate molto a lungo può
pregiudicare lo sviluppo osseo e la crescita.
-
I rumori
eccessivi causano sordità parziale.
-
A causa di
questi sfruttamenti viene negata l'infanzia ai
bambini, i quali vengono spogliati della loro
identità.
Il ricorso a
bambini lavoratori sottopagati va di pari passo
con la disoccupazione degli adulti e con una
distribuzione ineguale della ricchezza. Senza
bambini a disposizione per le piantagioni e le
fabbriche, il lavoro dovrebbe essere assegnato
agli adulti, i quali, eliminata questa
concorrenza imbattibile, avrebbero anche un
maggior potere di rivendicazione salariale e
sociale. L’impiego in ambito familiare dei figli
come braccianti nei campi e l’alto tasso di
mortalità infantile presente in molti paesi,
incentivano un gran numero di nascite,
aumentando così la massa di lavoratori a basso
costo. Un’altra grave conseguenza del lavoro
infantile è rappresentata dal fatto che i
bambini non possono frequentare regolarmente la
scuola; oppure, se già la frequentano, devono
abbandonarla, in una condizione di ignoranza
Per fermare lo
sfruttamento dei bambini sono state promosse
iniziative come la promozione di marchi
commerciali che garantiscano che un determinato
prodotto non sia stato fabbricato utilizzando
manodopera infantile.
Questi
programmi, pur essendo mossi da buone
intenzioni, non creano alternative ai bambini
attualmente occupati, che si ritrovano così
costretti a indirizzarsi verso altre attività
produttive, nella maggior parte dei casi più
pericolose.
Nonostante i
numerosi provvedimenti attuati i bambini vittime
di schiavitù e privati di un' infanzia decente
sono ancora molti"
Osservatorio
Kiwanis Infanzia
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Demoni o bambini?
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lo scorso anno, proprio di questi
tempi, mi capitò di leggere un articolo su un
quotidiano riguardante i "bambini stregoni" di
Kinshasa in Congo.
Recentemente ho avuto modo di
parlare con Fiorangelo Pozzi, mio ex Parroco, da
30 anni missionario a Lumumbashi, Congo, ed ho
approfondito con lui questo argomento.
I bambini stregoni sono una piaga
sociale.
Li chiamano “enfants
sorciers”, “bambini stregoni”.
Hanno dai due ai
dodici anni, sono i piccoli dannati del Congo:
accusati dai familiari di esercitare poteri occulti,
sono costretti a subire umiliazioni, violenze,
esorcismi.
La loro colpa ?
Trovarsi vicini alle disgrazie di tutti i giorni:
quanto basta per essere buttati sulla strada, vivere
ogni giorno nel terrore. E rischiare di venire
strangolati o bruciati vivi. Un incubo che affligge
Kinshasa e molte altre città del Congo.
Secondo le stime delle organizzazioni
umanitarie, in Congo vivono settantamila minori
senza tetto. Nella sola capitale Kinshasa (povera e
fangosa megalopoli di 8 milioni di abitanti, metà
dei quali ha meno di venti anni), i giovani “shegué”,
i “vagabondi”, sono oltre trentamila. Quasi tutti
sono accusati di stregoneria: un’accusa infamante,
da cui non è possibile difendersi.
Una sciagura irreparabile che può
colpire chiunque, in ogni momento, per il più banale
dei motivi. In genere sono gli stessi genitori a
buttare i bambini sulla strada: se ne sbarazzano
perché li considerano perfidi e pericolosi, li
ritengono colpevoli delle peggiori nefandezze, li
accusano di portare la malattia, la miseria,
addirittura la morte. Sono i figli maledetti del
Congo.
Fino ad
una decina di anni fa, il fenomeno dei "bambini
stregoni” era pressoché sconosciuto.
Naturalmente non mancavano i casi di stregoneria: la
magia nera fa parte della cultura tradizionale,
tutti credono negli spiriti maligni; ogni qual volta
accade una disgrazia improvvisa, qualcosa di grave e
inspiegabile, si tira in ballo il mondo
dell’invisibile.
Ma in
passato coloro che venivano accusati di stregoneria
erano sempre persone adulte: il più delle volte
donne e anziani. I quali rischiavano di venire
bruciati o strangolati (così che la terra non
venisse contaminata dal loro sangue), o nel migliore
dei casi, venivano cacciati brutalmente dalla
comunità.
Oggi
questo destino tocca a bambini inermi, la cui unica
colpa è di trovarsi vicini alle disgrazie di tutti i
giorni. Non a caso i “bambini stregoni” provengono
sempre da famiglie povere e indigenti. Dove spesso
la madre è morta oppure il padre manca perché si
trova a combattere lontano (il Congo è teatro di una
guerra dimenticata che in 5 anni ha già provocato
più di 3 milioni di morti). E anche quando entrambi
i genitori sono presenti, in casa non ci sono i
soldi per il cibo, così l’accusa di stregoneria
diventa la scusa per liberarsi di una bocca da
sfamare.
I Padri
Missionari stanno facendo molto.
Io ho
l'esempio di Don Fiorangelo Pozzi, Salesiano e già
Parroco di Castel Gandolfo che da 30 anni si sta
dando da fare per aiutare i bambini e ragazzi del
Cono.
Li
accoglie dando loro del cibo ed un letto dove poter
dormire, un lusso per loro,.
Ha
fondato la Casa Mamma Margherita (madre di Don
Bosco) che accoglie i ragazzi di strada.
Ha
costruito per loro una scuola (circa 3000 studenti
la frequentano) per poter dare loro cultura ed
istruzione per renderli capaci di fare qualcosa per
il loro Paese e rendersi indipendenti infatti oltre
a leggere e scrivere viene insegnato loro il
mestiere di falegname, fabbro, meccanico,
agricoltore etc..
C'è una bella frase che ricorre tra i
giovani
“Simba
ngai”
:
significa
“sostienimi”, “dammi una mano”. Una richiesta di
aiuto che è diventata una parola di speranza
Aiutarli è il minimo che possiamo fare.
Cari
saluti
Anna
Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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No alla violenza:
corsi di autodifesa e cultura del rispetto a scuola
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Carissimi,
vi inoltro quanto trovato sul
Sito del Ministero delle Pari Opportunità.
Ritengo sia una buona
iniziativa per far si che si rifletta, anche
nelle scuole, sui temi del rispetto, della
legalità, della diversità.
Un caro saluto a tutti.
Anna Maria Limiti
No alla violenza:
corsi di autodifesa e cultura del rispetto a
scuola
Siglati due protocolli d'intesa tra il
Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, e i
colleghi dell'Interno e dell'Istruzione. Tra i
provvedimenti, il potenziamento del 1522,
l'attivazione di corsi di autodifesa per le donne e
l'istituzione della "Settimana contro la violenza"
nelle scuole
Il secondo protocollo, che sigla
l'intesa col Ministero dell'Istruzione, istituisce
la "Settimana contro la violenza", che si terrà dal
12 al 18 ottobre nelle scuole di ogni ordine e
grado. L'obiettivo è quello di creare un momento di
riflessione sui temi del rispetto, della diversità e
della legalità, che coinvolga studenti, genitori e
docenti e che metta a sistema le buone pratiche che
molte scuole già offrono.
Durante la settimana, gli istituti scolastici
organizzeranno iniziative di sensibilizzazione,
informazione e formazione sulla prevenzione della
violenza fisica e psicologica, compresa quella
fondata sull'intolleranza razziale, religiosa e di
genere, e ai servizi attivati dai ministeri, come il
numero verde nazionale per l'ascolto e la consulenza
in casi di violenza a scuola - 800 669696 - e il
numero verde nazionale contro la violenza sulle
donne - 1522. "Anche le forze di polizia
parteciperanno alle azioni di sensibilizzazione con
apposite conferenze", ha aggiunto il Ministro.
L'intesa non si ferma però ai cinque giorni di
attività scolastiche anti-violenza, ma prevede
l'adozione di iniziative da realizzarsi nell'ambito
dell'offerta formativa curriculare per la promozione
della cultura della legalità. Saranno poi
predisposte misure di supporto ai genitori, agli
insegnanti e ai ragazzi, anche in forma anonima.
"Puntiamo all'educazione degli studenti", ha
concluso Carfagna. "La scuola è il luogo ideale per
diffondere i valori del rispetto, della diversità e
della legalità e contrastare violenza e
discriminazioni".
3 luglio 2009
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MINORI
ED ALCOL |
qualche giorno fa, seguendo il
telegiornale, sono rimasta colpita da un
servizio che riguardava il rapporto tra i
giovani e l'alcool.
Nel caso di specie si parlava
della Germania e dei provvedimenti che il
Governo Tedesco sta prendendo al riguardo.
Questa cosa mi ha molto
colpito, i giovani sono il nostro futuro e
sicuramente dovremmo cercar di capire cosa li
induce a bere e soprattutto cosa fare per
aiutarli.
Ne ho parlato con amici e
parenti ed il risultato è stato, se capita una
volta non ci si deve preoccupare, tutti noi da
giovani abbiamo combinato qualche marachella, ma
se, come sembra, il fatto sussiste ci si deve
preoccupare seriamente.
Ho fatto una rapida ricerca su
quanto accade in "casa nostra" e i dati non sono
affatto rassicuranti, come potrete vedere.
Intanto comincerò a parlarne
nel mio Club, informerò il il LGT per
sensibilizzare anche gli altri Club della
Divisione.
Un caro saluto a tutti
Anna Maria
MINORI
ED ALCOL
Sempre più minori abusano di alcol, il problema
è sotto gli occhi di tutti.
Bere, non perché piace, ma per procurarsi un
vero e proprio sballo sembra infatti la nuova
tendenza dei giovanissimi.
Mischiano vino, birra e superalcolici: è allarme
alcol tra gli under 18. Un’alta percentuale si
ubriaca nel weekend.
Roma e Milano si sono attivate per il divieto
di vendita di alcool ai minori.
Intanto impazza anche da noi il rito spagnolo
della damigiana alcolica fai da te, anche detto
“Il botellón”, è l'abitudine diffusa da
una decina d'anni tra i giovani spagnoli, di
riunirsi in spazi pubblici all'aperto,
preferibilmente piazze o parchi, per consumare
principalmente bibite, alcolici, ma anche
tabacco e talvolta droghe illegali. Dalla Spagna
il fenomeno si diffonde in tutta Europa ed
immancabilmente arriva anche da noi.
Per i ragazzi la media è di circa 5
bicchieri in una serata di movida, per le
ragazze addirittura di 6. Sono i dati eloquenti
dalla recente ricerca "Il Pilota", condotta
dall'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto
superiore di sanità.
I dati sono indubbiamente allarmanti ed è per
questo che il Comune di Roma ha siglato un
protocollo d'intesa con la Confcommercio e la
Confesercenti che prevede, tra l'altro, il
divieto di vendita agli under 16. Lo stesso
provvedimento è stato adottato a Monza e
Milano. Secondo la ricerca, il 42% dei ragazzi
e il 21% delle ragazze che bevono fino a
ubriacarsi ha meno di 16 anni
A favorire la diffusione dell'alcol anche fra i
minorenni, secondo l'analisi dell'Osservatorio
nazionale, è proprio l'accresciuta disponibilità
e accessibilità delle bevande, complici
l'abbassamento dei prezzi in occasioni come gli
"happy hour", la pubblicità e le strategie di
marketing.
Come spesso accade in questi casi, molte
sono state le reazioni alla proposta di vietare
la vendita di alcolici a chi non ha ancora 16
anni, contrari gestori di bar, discoteche mentre
per il Movimento Italiano Genitori è senza
dubbio un segnale di attenzione verso una
tematica sempre più urgente.
Secondo il mio modesto parere è proprio dalla
Famiglia che si deve ripartire.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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dal Sito del Ministero
delle Pari Opportunità
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vi inoltro quanto
trovato sul Sito del Ministero delle
Pari Opportunità.
Parte oggi
la campagna di sensibilizzazione del
Ministero per le Pari Opportunità per
prevenire e combattere i disturbi del
comportamento alimentare. Principali
cause di morte tra le adolescenti,
anoressia e bulimia non sono malattie
silenziose: l'attenzione di amici e
familiari a 'segnali' manifesti e
comportamenti a rischio è la prima cura
Sconfiggere
anoressia e bulimia: al via la nuova
campagna
In Italia
i disturbi alimentari sono la prima
causa di morte per malattia delle
ragazze tra i 12 e i 25 anni.
Le statistiche ci dicono che almeno il
3% della popolazione soffre di anoressia
o bulimia nervosa, oltre 200 mila donne
nel nostro Paese sono colpite da questo
genere di disturbi. Si tratta, dunque,
di una vera e propria emergenza che,
oltre ad essere affrontata dal
Parlamento, va prima di tutto
riconosciuta nelle nostre case o tra le
persone che frequentiamo. La soluzione
sta in primo luogo nell'attenzione
dinanzi a determinati atteggiamenti di
una figlia o di un figlio, di un'amica,
di un amico o di un semplice conoscente.
I comportamenti, infatti, sono vere e
proprie "spie" e vanno capiti,
sorvegliati, mai sottovalutati.
Chi soffre di anoressia o bulimia ha una
visione distorta della propria immagine.
I disturbi alimentari si manifestano con
una ossessione per la perfezione che si
esprime, talvolta, anche nel campo degli
studi e nei rapporti con il gruppo dei
coetanei. Un'attenzione preventiva e una
comprensione precoce di tali espressioni
può essere utile per un intervento
tempestivo.
Il principale sintomo dell'anoressia
nervosa è il rifiuto di mantenere il
peso corporeo entro i livelli di
normalità; il verificarsi di un marcato
dimagrimento può essere il primo segnale
indicatore del disturbo. Per le donne,
in particolare, la perdita di peso è
accompagnata dalla scomparsa delle
mestruazioni.
Gli
esperti hanno individuato dei
comportamenti a rischio, veri e propri
campanelli d'allarme che possono
aiutarci a capire se un nostro
familiare, una nostra amica o un nostro
amico soffre di disturbi alimentari.
Ecco poche domande per aiutarti a capire
se tua figlia, una persona a te vicina o
tu stessa nascondete i sintomi della
malattia:
· Noti
che ha l'ossessione del peso e del
pesarsi?
· Quando
mangia pensa in maniera ossessiva alla
calorie che ingurgita?
·
Si
sente in colpa per aver mangiato?
·
Si
specchia sempre guardando pancia e
cosce?
· Il
suo peso influenza il suo umore?
·
Il
suo peso influisce sulla disponibilità a
frequentare i coetanei?
· Noti
che si sottopone in maniera esagerata ad
attività fisica pensando di non poterne
fare a meno?
Se pensi di poter rispondere
affermativamente anche ad una di queste
domande, se vuoi saperne di più, se
cerchi il parere di un esperto e se vuoi
condividere l'esperienza di chi ha
vissuto e vive i disturbi alimentari
visita la piazza virtuale di
TimShell.
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PEDOFILIA -
Se ne parli al G8 |
Ho voluto fare una piccola ricerca per vedere a che
punto siamo con la pedofilia.
I dati sono spaventosi.
Sono oltre 30.000 i siti internet contenenti
materiale pedo-pornografico denunciati nei primi
otto mesi del 2008, con un incremento del 40%
rispetto allo stesso periodo del 2007, che già
presentava dati record.
Nonostante la caccia serrata ai pedofili i siti
crescono come l’erba in un prato, tanti se ne
denunciano ed altrettanti ne nascono.
In prima posizione, troviamo la Germania, seguita
per una incollatura dalla Cina, vera e propria
novità nello scenario della pedofilia on line, segno
che la massiccia presenza internazionale in quel
Paese, in occasione dello svolgimento dei Giochi
Olimpici, tenutisi appunto nel 2008, ha imposto
l’apertura delle maglie della censura della rete
internet."
Ormai la promozione pedofila si manifesta in ogni
modo possibile e ha contaminato moltissime comunità,
gruppi e bacheche nate in precedenza per scopi e con
contenuti del tutto estranei alla pedofilia.
In Europa si stima che una certa minoranza di
bambini, tra il 10 e il 20%, avrebbe subito violenze
sessuali durante l'infanzia.
Lo indica la Commissione Ue, secondo cui alcune
forme di violenza sessuale, in particolare contro i
teenager, sono 'in crescita'. In molti casi, come
per il turismo sessuale o la pornografia infantile,
gli abusi, spiega Bruxelles, si verificano in Paesi
diversi e a causa delle differenze tra le
legislazioni nazionali, diventa difficile per le
autorità agire.
Il giornalista Daniele Daniele riporta i seguenti
dati:
“Sono 14 gli uomini arrestati dalla Polizia postale
e delle comunicazioni nei giorni scorsi nell’ambito
della maxioperazione Smasher della Procura di
Catania contro l’acquisto su internet e la
detenzione su computer o supporti informatici di
materiale pedopornografico. Complessivamente sono
addirittura 253 le persone indagate in 68 città
italiane” e conclude dicendo
“Altro interrogativo: chi detiene materiale
pedopornografico non lo fa abitualmente solo per un
piacere visivo, che già di per sé è truce (stiamo
parlando di bambini anche di tenerissima età), ma
anche in quanto si dedica a questa attività che,
ripeto, è criminale.
Passino calunnie, falsità, diffamazioni, offese
anonime e quant’altro regna on line, ma ciò sulla
quale non si può non concordare è la necessità di
attuare una prevenzione forte, una censura decisa
sulla pedofilia in internet: occorre agire e fermare
questo fenomeno senza limitarsi a dire che è
tecnicamente impossibile. Basta un po’ di buona
volontà. Al G8 a L’Aquila si discuta anche di
questo, ne va del nostro futuro.”
Come dargli torto?
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis infanzia
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Per non dimenticare
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25-6-2009
Dopo l’impiccagione di Delara,
condannata a morte quando era ancora
minorenne, l’attenzione sull’Iran è rivolta
per i noti fatti politici di questi giorni
che i Media ci fanno vedere e che tanto ci
angosciano.
Infatti le persone che stanno
dimostrando in Iran, a mio avviso non lo
stanno facendo per sostenere l’uno o l’altro
personaggio politico, lo stanno facendo
perché hanno fame di Democrazia.
Non intendo fare politica,
sia chiaro, ma voglio che la nostra
attenzione si rivolga soprattutto ai minori
che sono tutt’ora nelle carceri iraniane in
attesa di condanna e/o dell’esecuzione della
condanna.
Non dobbiamo assolutamente
abbassare la guardia.
Nelle piazze iraniane si può
ancora assistere alle impiccagioni e peggio
ancora all’impiccagione di minori.
L'Iran, non ha mai
rispettato ( in qualche caso ha solo
firmato), nessuna risoluzione in merito
ai diritti dell'uomo, al diritto dei
prigionieri politici ad avere un giusto
processo e al diritto di scegliersi un
avvocato ( una parte degli avvocati
sistematicamente vengono incarcerati dal
regime). Ogni mese in Iran, centinaia di
persone vengono uccise, torturate,
amputate degli organi, lapidate,
compresi adolescenti e minori,
nonostante tutto ciò sia in contrasto
con i fondamentali principi di tutela
dei diritti civili e politici.
Nell'anno in corso sono state
impiccate oltre 130 persone, l'Iran ha la
medaglia d'argento per la violazione dei
diritti civili e per la pena di morte.
Si continua uccidere anche i
minori, le statistiche più recenti
dimostrano che nei carceri iraniane sono
nati oltre 15.000 bambini, quasi sempre
frutto di violenza carnale (non solo stupro)
Meditiamo e cerchiamo di fare
qualcosa, altrimenti a nulla è servita la
Convenzione di New York, tra l’altro siglata
anche dall’Iran, nata per salvaguardare i
diritti dei minori.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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Da una ricerca di
Anna Maria Limiti |
23-6-2009
Il Kiwanis, da sempre, ha come suo
principale scopo la tutela dei bambini.
Da tempo ci battiamo ed operiamo affinché l’infanzia
sia “felice” e non si debba mai leggere e/o sentire
di bambini violati, maltrattati.
Ho fatto una piccola ricerca e, ancora oggi, nel
mondo ci sono più di 1 miliardo di bambini, oltre la
metà della popolazione infantile mondiale, che sono
ancora sottoposti, legalmente, a punizioni corporali
da parte degli insegnanti, a scuola.
Sono 95 i Paesi del mondo in cui violenze e
punizioni sono ancora ammesse nelle classi.
E’ scandaloso che 153 paesi ancora ammettono le
punizioni corporali dei bambini negli asili e a
casa.
Solo 15 Stati in modo esplicito proibiscono le
punizioni corporali a casa. Oltre i tre quarti della
popolazione minorile, pari a 1 miliardo e 500.000
bambini e bambine, vive in paesi dove questo genere
di violenza è legale".
La situazione è grave: il 97% dei bambini del mondo
non gode della stessa protezione e tutela legale
dalle violenze, riservata agli adulti.
Sarebbe auspicabile che i Governi bandissero le
forme di violenza ai danni di minori in qualsiasi
paese si verifichino, che creassero un efficace
sistema nazionale di protezione dell'infanzia,
mobilitassero uomini e ragazzi nella battaglia per
porre fine alle discriminazioni di genere e alle
violenze ai danni dei bambini.
I Governi dovrebbero supportare la nomina di un
Rappresentante Ad Hoc delle Nazioni Unite che guidi
un'azione globale per fermare le violenze contro i
bambini.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
Bambini contesi, al via il numero verde 116-000
"L'istituzione del numero verde per la segnalazione
dei casi di minori scomparsi è una bellissima
notizia per il Paese e per tutte le famiglie
italiane". Così il Ministro per le Pari Opportunità,
Mara Carfagna, commenta la presentazione della linea
116-000 istituita dal Ministro dell'Interno, Roberto
Maroni, in collaborazione con Telefono Azzurro.
Si tratta del primo atto della task force
interministeriale per coordinare le azioni di
contrasto al fenomeno della sottrazione dei minori,
di cui fa parte il Ministro per le Pari Opportunità,
Mara Carfagna, insieme ai colleghi Frattini, Alfano
e Maroni.
"La creazione di questo numero verde, la ratifica
della Convenzione di Lanzarote che protegge i minori
dalla pedopornografia, gli aumenti di pena per chi
abusa di un bambino e la creazione del Garante per
l'Infanzia", conclude il Ministro, "dimostrano che
il governo si prende cura, e con molto impegno, dei
più piccoli".
La linea, attiva in tutta Europa, servirà a
denunciare la scomparsa di bambini e adolescenti,
italiani o stranieri, intesa anche come sottrazione
da parte di uno dei due genitori. Il servizio -
gratuito, accessibile 24 ore su 24 anche in lingua
inglese - ha il compito di rispondere alle
segnalazioni provenienti dal territorio nazionale e
di supportare le indagini delle autorità competenti.
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
22 aprile 2009
Carfagna:
"Iniziativa con Frattini per salvare Delara Darabi"
"Non si può girare la testa dall’altra parte
anche se le donne nel mirino sono fisicamente molto
lontane da noi". E' quanto afferma il Ministro per
le Pari Opportunità, Mara Carfagna, in merito alla
vicenda dell'artista iraniana Delara Darabi, che
l'Iran ha condannato alla pena di morte, quando era
minorenne, perché aveva confessato un omicidio per
coprire il fidanzato, ma poi aveva ritrattato.
"Ringrazio i senatori che sono intervenuti in Aula
per sollecitare l'intervento del governo. Come
ministro per le Pari Opportunità – ha detto Mara
Carfagna - mi farò carico con il collega Frattini di
un'iniziativa internazionale affinché a questa donna
sia risparmiato il patibolo".
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da Anna Maria
Limiti |
Impiccata in Iran una fanciulla pittrice
Il Corriere della Sera il 17 aprile 2009 denunciava:
attualmente nel braccio della morte ci sono 150
bambini iraniani.
E’ di oggi la notizia che, in Iran, Delara, la
ragazzina pittrrice, condannata quando aveva 17
anni, è stata impiccata.
E’ una notizia che fa rabbrividire; che non può non
suscitare profonda indignazione, tanto più che
l’Iran è uno dei 192 Paesi che hanno ratificato la
Convention Onu sui diritti del fanciullo.
Nessun fanciullo deve essere sottoposto a tortura o
a pene o a trattamenti crudeli, inumani o
degradanti.
Né la pena capitale né l’imprigionamento a vita
senza possibilità di rilascio devono essere
decretati per reati commessi da persone di età
inferiore a diciotto anni.
Che valore hanno in Iran ed in altri Paesi analoghi
queste leggi?
L’abolizione della pena di morte, è stata anche
oggetto di un apposito Protocollo addizionale al
Patto Internazionale sui diritti civili e politici,
adottato nel 1989 dall’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite.
Con questo mio scritto, vorrei rivolgere un invito a
TUTTI perché si associno nel manifestare contro
questo ennesimo sopruso perpetrato nei confronti dei
più deboli.
Anna Maria Limiti
Osservatorio Kiwanis Infanzia
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
7 aprile 2009
Il Ministro a L'Aquila
incontra i bambini della tendopoli
Il Ministro per le Pari
Opportunità Mara Carfagna si è recata oggi a L'Aquila per
visitare la tendopoli allestita in Piazza d'Armi, dove ha
incontrato i bambini sfollati e i loro genitori.
Il Ministro ha inaugurato un centro di prima accoglienza
per i bambini, i più colpiti dalla tragedia, come
annunciato all'indomani del sisma. All'interno dello
spazio, e a bordo di due camper, opererà un gruppo di
esperti di clown-terapia: sei psichiatri e psicologi
infantili aiuteranno i più piccoli a superare lo shock
del terremoto.
Carfagna si è soffermata poi con gli operatori della
protezione civile, con gli stessi medici clown e ha
trascorso un po' di tempo giocando con alcuni bimbi.
"Credo che da parte delle istituzioni - ha detto il
Ministro - ci sia la dimostrazione della volontà che
nessuno deve sentirsi solo. Gli abruzzesi non verranno
lasciati soli, né adesso, né nei prossimi mesi".
Carfagna ha inoltre annunciato che nei prossimi giorni
contatterà alcune aziende di beni di consumo per la prima
infanzia, di abbigliamento, giocattoli e libri "per
installare all'Aquila e nelle zone colpite piccoli centri
di accoglienza dove i bambini e gli adolescenti possano
trascorrere qualche ora cercando di allontanare il
ricordo di questi momenti drammatici".
Sono presenti sul posto
anche i volontari dell'Associazione Salvamamme/Salvabebè,
che opera in collaborazione col Dipartimento per le Pari
Opportunità, per fornire assistenza e beni di prima
necessità soprattutto per i più piccoli (latte in
polvere, biancheria da neonato, giocattoli, vestiario).
Nelle prossime ore, infine, sarà consegnata alla
popolazione abruzzese l'intera dotazione di accessori per
l'infanzia proveniente dall'asilo nido del Dipartimento.
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
27 marzo 2009
Tratta, visita della
delegazione uzbeka
Il 30 marzo prossimo,
alle ore 10, una delegazione OSCE dell'Uzbekistan sarà
ricevuta presso il Dipartimento per le Pari Opportunità dal
Capo del Dipartimento, Isabella Rauti. All'incontro
parteciperà la Segreteria tecnica per la tratta e
l'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della
pornografia minorile.
La visita di studio,
organizzata dal Ministero degli Affari Esteri, ha come
obiettivo quello di contribuire alla diffusione delle
informazioni sul sistema di interventi applicati nel nostro
Paese per contrastare il fenomeno della tratta di esseri
umani.
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
12 marzo 2009
The protection of
children"
Si svolgerà a Toledo
(Spagna), il 12 e 13 marzo 2009, la
conferenza internazionale
dal titolo "La tutela dei minori all'interno dei sistemi
giudiziari europei" organizzata congiuntamente dal
Consiglio d'Europa e dal Ministero della Giustizia
spagnolo, nell'ambito del programma di Presidenza spagnola
del Comitato dei Ministri.
Uno dei temi che verrà affrontato durante i due giorni di
lavori riguarderà gli obiettivi e l'applicazione della
Convenzione del Consiglio d'Europa del 2007 sulla
«protezione dei minori dallo sfruttamento e dall'abuso
sessuale», firmata da 33 Stati ma non ancora entrata in
vigore.
Sono stati organizzati anche dei seminari che avranno come
oggetto di discussione 3 temi principali:
-
la lotta alla violenza
sui minori attraverso un quadro normativo più efficace;
-
il ruolo del settore
privato nella prevenzione dallo sfruttamento e dall'abuso
sessuale dei minori, con la partecipazione dei
rappresentanti di Microsoft e del Codice di condotta per
la protezione dei minori dallo sfruttamento sessuale nei
settori dei viaggi e del turismo;
-
un sistema giudiziario
più favorevole alle esigenze dei minori: come tutelare i
minori nel corso dei procedimenti civili e penali.
Attese 150 personalità
provenienti dai 47 Stati membri del Consiglio d'Europa
tra le quali i ministri della giustizia.
Durante la giornata del 12 marzo gli Stati membri del
Consiglio d'Europa saranno invitati a firmare o a
ratificare le principali convenzioni del Consiglio
d'Europa in materia di tutela dei minori:
Barbara Cultrera
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
Pedofilia, Carfagna: "Casi come quello
di Napoli non capiteranno più"
"E' uno
scandalo quanto avvenuto a Napoli" dove un pedofilo, già
denunciato per lo stesso reato tre anni fa, ha stuprato un
bambino di dodici anni. Lo afferma il Ministro Per le Pari
Opportunità, Mara Carfagna.
"Fortunatamente
episodi come questi non potranno avvenire più. La Convenzione
di Lanzarote, ratificata recentemente dal Consiglio dei
Ministri, prevede infatti l'istituzione di una banca dati del
Dna per gli stupratori e pene più severe per chi osa
commettere violenze contro i più piccoli. Il Governo sta
facendo tutto il possibile per prevenire questi crimini
orrendi, fermare l'escalation. Un particolare ringraziamento
alle forze dell'ordine che, con tempestività, hanno
individuato il colpevole".
26 febbraio 2009
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
Minori, Carfagna: la
nostra legislazione all'avanguardia contro gli abusi
L'Italia ha una
legislazione all'avanguardia per la protezione dei minori
dagli abusi sessuali". Lo ha detto il Ministro per le Pari
Opportunità, Mara Carfagna, che oggi in una conferenza stampa
a Palazzo Chigi ha presentato insieme al Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi il disegno di legge di ratifica
della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione dei
minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale (firmata a
Lanzarote nel 2007), approvato oggi all'unanimità dal
Consiglio dei Ministri.
Il provvedimento modifica parti del codice penale e di
procedura penale, recependo solo le disposizioni che non si
ritrovano nel nostro ordinamento. Fra le novità, il raddoppio
del periodo della prescrizione per i reati sessuali su minori
di 14 anni e l'introduzione di una forma di associazione per
delinquere finalizzata ai reati contro i minori relativi alla
prostituzione, al possesso di materiale pedopornografico,
agli abusi sessuali e al turismo sessuale. Si integra il
reato di prostituzione minorile, prevedendo la condotta del
reclutamento. Si introduce il reato di adescamento di minori
a scopo sessuale tramite internet (pena da 1 a 3 anni). Si
stabilisce infine la confisca dei patrimoni delle
organizzazioni criminali le cui risorse potrebbero, secondo
Carfagna, essere devolute ad attività rivolte ai minori
abusati.
"Il Governo continua quotidianamente la sua battaglia per
restituire a tutti i minori il diritto a una vita serena e
senza abusi", ha concluso il Ministro.
13 febbraio 2009
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
''Fermati, non toccarmi"
12-2-2009
80mila italiani ogni anno praticano il turismo
sessuale. Migliaia i bambini indifesi oggetti del turpe
desiderio: 300.000 in Thailandia; 500.000 in Brasile; 100.000
nelle Filippine; 150.000 in Nepal; 600.000 in Cina; 575.000
in India; 30.000 nella Rep. Dominicana; 40.000 in Pakistan;
50.000 in Russia; 30.000 nello Sri Lanka; 60.000 in Taiwan;
40.000 in Vietnam. (fonte "Nuove schiavitù").
80mila italiani, ogni anno, partono dal Bel Paese,
lasciano probabilmente moglie e figli e, lontano da occhi
indiscreti, realizzano il più tremendo dei delitti: il
turismo sessuale.
80mila italiani ogni anno diventano protagonisti di un
mercato in continua crescita, incrementando un business già
in larga espansione.
Le vittime sacrificali sono scelte tra i più poveri
tra i poveri. Bambini e bambine che per 'mangiare' sono
costretti ad inventarsi la vita, una vita da incubo. Spesso
sono le stesse famiglie che li vendono. Vendono
l'unica "ricchezza" che hanno: i figli.
Pochi euro, una cena... in cambio una carezza, un
bacio... e così in un crescendo di attenzioni, pressanti,
sgradevoli, nauseabonde. Attenzioni che lasciano il segno,
per sempre. Nel corpicino e nella mente.
Una violenza, che si prolunga per ore, ma spesso,
visto che i piccoli si possono affittare, anche per intere
settimane.
Con l'arrivo delle vacanze a Firenze,
è stata lanciata venerdì 27 giugno scorso, a Palazzo Medici,
la Campagna di sensibilizzazione "Fermati non toccarmi", su
iniziativa di 'Progetto Agata Smeralda', associazione
fiorentina che opera da 15 anni per l'adozione a distanza
nelle favelas di Salvador Bahia in Brasile, 'Il Cuore si
scioglie' e 'Ingegneria senza Frontiere', e con la
collaborazione e il Patrocinio della Provincia di Firenze.
Lo sguardo spaurito di tanti, tantissimi bambini, lo
ritroveremo in una serie di manifesti, sotto gli slogan
"Fermati, non toccarmi. Pedofilia e turismo sessuale: orrori
del terzo millennio, crimini contro l'umanità".
«I manifesti saranno affissi nelle Coop e negli uffici
dell'Apt della città per testimoniare l'impegno contro la
pedofilia e il turismo sessuale - ha spiegato il presidente
di Agata Smeralda, Mauro Barsi - che nasce dall'esperienza
dei missionari che operano a Salvador Bahia: ogni giorno si
trovano di fronte a questo turpe fenomeno, che offende e
ferisce la dignità umana e che ha per prime vittime donne,
bambine e bambini».
Un messaggio che vuole lasciare il segno nella
coscienza di "chi parte".
Barbara Cultrera
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dal sito del Ministero
per le Pari Opportunità |
Pedopornografia: 36.149 bambini prigionieri
nella Rete
10 febbraio
2009
E' stato
presentato ieri 9 febbraio 2009, alla vigilia del "Safer
Internet Day", giornata mondiale per la Sicurezza in
Rete istituita dalla Commissione europea e Insafe, il 13°
rapporto
dell'Osservatorio internazionale di Telefono Arcobaleno.
36.149
bambini. 36.149 vittime della violenza inaudita dei pedofili.
Non c'è nulla di virtuale nel loro dolore, nello strazio
della loro esistenza. 36.149 bambini senza nome, senza
identità, scelti, selezionati e catalogati in base alla
razza, all'età, al sesso. Le loro immagini, un milione e
700mila, sono state scambiate su internet attraverso venti
miliardi di "transazioni".
L'11% dei bambini abusati e sfruttati sul web non ha ancora
compiuto 3 anni. Il 42% di queste piccole vittime ha meno di
7 anni, il 77% meno di 9 anni.
Solo l'1% è stato identificato.
Un mercato, quello della pedopornografia on line, che è
cresciuto dal 2003 del 149%. Nella sola Europa la presenza di
materiali pedopornografici on line è aumentata del 400%.
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da Il Corriere della sera.it del 7
feb.2009
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reportage
La prigione delle ragazze afghane:
schiave, spose forzate, suicide
Il governo di Kabul ammette: «Le figlie restano
proprietà delle tribù»
HERAT—Sorride dolce Leilah, l'assassina.
Arrossisce Fatemeh, l'adultera. Si nasconde Guldestan che
in un paio di settimane ha perso tutto: papà, mamma, tre
sorelle, l'intera rete familiare, probabilmente il futuro.
Ha visto il padre uccidere la madre perché sospettava che
sotto il burqa covasse il tradimento; ha visto lo zio
uccidere il padre per vendicare l'onore della sorella; lei
stessa è diventata assassina sparando a quello stesso zio
che aveva adottato lei e le sorelle. L'uomo dormiva dopo
averla stuprata. Guldestan è in prigione, le sorelline, dai
3 agli 11 anni, in orfanotrofio.
La
maggior parte delle detenute
del carcere minorile di Herat non sono arrivate a tanto.
Sono colpevoli di aver disobbedito alla legge tribale e
alla tradizione. Ragazze in fuga da matrimoni forzati con
uomini che non avevano mai visto, più o meno vecchi,
danarosi o poligami, comunque decisi a portarsi a casa
manodopera gratuita e compagnia notturna. Sono ragazze
pagate al padre-padrone 5-6 mila dollari oppure tre
tappeti, otto capre e due paia di scarpe, come nel caso di
Sarah. Ragazze che a 13-14 anni si sono trovate una mattina
il mullah in casa che chiedeva loro se volevano fidanzarsi,
il padre che le minacciava e l'aspirante sposo che le
blandiva con un vestito nuovo in mano. «La famiglia prepara
tutto in segreto—racconta Chiara Ciminello, cooperante per
l'Ong italiana Intersos — e senza capire quel che succede
le bambine si ritrovano fidanzate. A quel punto dire "no"
diventa reato».
Se
l'adulterio viene consumato, in teoria,
la condanna è ancora la lapidazione prevista dalla Sharia,
ma il governo di Kabul ha imposto una moratoria. Gli
ospedali funzionano abbastanza da verificare la verginità
e, se non c'è stato tradimento, la condanna per la
ribellione di una minorenne varia da 3 mesi a un anno di
carcere. Il peggio viene dopo. Le famiglie non vogliono
riaccogliere chi, con la disobbedienza, ha portato il
disonore. La Ong inglese World Child lavora a Herat per
aiutare proprio il reinserimento delle reprobe. Ma il
problema è enorme. Lo stigma della rivolta mette queste
ragazze ai margini della società. Chi non ha una rete
familiare attorno non può lavorare, affittare casa, vivere
sola. L'esito della ribellione per amore o libertà diventa
così la prostituzione.
Meglio
morire. Lo pensano in tante.
Così a Kabul le fidanzate a sorpresa o le giovani spose si
danno fuoco al ritmo di due-tre a settimana. In tutto
l'Afghanistan si calcola che le suicide siano minimo una al
giorno. Herat, forse la provincia più sviluppata del Paese,
non fa eccezione. Nel 2006, una (rara) Commissione
governativa ha contato una media di 7 torce umane al mese.
«Il nodo è che le figlie sono considerate una proprietà.
Prima dalla famiglia del padre poi da quella del marito —
spiega ancora Ciminello —. A Herat la situazione è
particolare a causa della vicinanza all'Iran. Mentre tra i
sunniti, soprattutto se pashtun, le cifre sono importanti,
tra gli sciiti di influenza iraniana l'uso di pagare la
moglie è quasi simbolico. A volte lo sposo firma una sorta
di caparra, la shirbaha, per cui in caso di divorzio si
impegna a risarcire la donna con una buona uscita che le
permetta di tirare avanti. Ma quel che manca in entrambi i
gruppi è il rispetto della volontà delle ragazze».
In attesa
di un piano dalla nuova Casa Bianca
di Barack Obama, per sopravvivere
all'Afghanistan la comunità internazionale si affida alla
triade «sicurezza, ricostruzione, governabilità ». L'ordine
non è casuale: consistente è l'impegno militare, scarsi i
soldi per la ricostruzione, insufficienti i risultati in
materia di legalità. La supremazia resta alle tradizioni
tribali più ancora che religiose. A Herat il riformatorio è
una delle principali realizzazioni in sette anni di
presenza internazionale. Costruito nel 2007 dagli ingegneri
militari del Prt italiano (Provincial Recostruction Team)
con 2 milioni di euro, all'80 per cento europei. E' una
bella scatola con alcuni problemi, il riscaldamento per
dirne una, ma le mura da sole non incidono sui rapporti
sociali.
«Il
nostro è un impegno a lungo termine
— dice il generale Paolo Serra, comandante della Nato per
la Regione Occidentale afghana —. I successi ci sono.
Abbiamo costruito 34 scuole, convinto molti capi villaggio
a far studiare anche le bambine, aumentato del 20 per cento
le elettrici per le prossime presidenziali. Però le
condizioni di partenza sono quelle che sono. Dubito
sceglieranno da sole chi votare, piuttosto seguiranno le
indicazioni dei capi clan. La strada per una democrazia
come la intendiamo noi è lunga».
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dal sito del Ministero per
le Pari Opportunità |
Minori e salute, Carfagna:
"Azzerare mortalità di madri e neonati"
"In Italia esistono
ancora, seppure contenute, percentuali di donne che muoiono
per il parto e di bambini che perdono la vita appena nati.
L'obiettivo del governo è quello di azzerarle". Lo ha
affermato il Ministro per le Pari opportunità, Mara
Carfagna, che oggi a Roma ha partecipato alla presentazione
del Rapporto Unicef 2009 "La Condizione dell'Infanzia nel
mondo", dedicato alla salute materna e neonatale.
"Ancora nel
Ventunesimo secolo - ha detto Carfagna - ci troviamo ad
assistere inermi alla morte per parto di mezzo milione di
donne nel mondo e di moltissimi neonati prima che possano
arrivare al 28esimo giorno di vita. E per ogni neonato
morto, ce ne sono venti che devono fare i conti con
disabilità e malattie. Quello che indigna sono le cause:
l'ignoranza, la povertà, la discriminazione di genere.
Quest'ultima in particolare non possiamo negare che esista
ancora. Personalmente mi farò carico, con l'occasione della
presidenza italiana del G8, di rilanciare questo argomento.
Un Paese come il nostro deve farlo".
Per risolvere il problema
delle morti materno-infantili sono necessarie azioni
concrete, che agiscano sulle cause, "operando una sinergia
fra Istituzioni e operatori, investendo risorse e
predisponendo un'adeguata prevenzione. L'obiettivo comune
deve essere quello di collaborare per garantire i diritti
delle donne e dell'infanzia", ha sottolineato il Ministro.
A proposito della tutela
dei diritti dei minori, Carfagna ha annunciato che "ci sono
buone possibilità che i tempi per l'approvazione del ddl
che istituisce il Garante per l'infanzia e l'adolescenza
siano rapidi. Il provvedimento, dopo il parere favorevole
della Conferenza Stato-Regioni, è stato affidato alle
commissioni Affari Costituzionali e Affari Sociali della
Camera che lo esamineranno in sede legislativa".
A margine della
conferenza, infine, il Ministro ha lanciato un appello per
un immediato cessate il fuoco nella striscia di Gaza e
perché i periodi di tregua siano più lunghi, in modo da
consentire l'apertura di corridoi umanitari e dare la
possibilità alle associazioni di garantire assistenza". "Le
immagini che ci arrivano da Gaza - ha proseguito Carfagna -
sconvolgono e mostrano un'ingiustizia sulla quale non
possiamo tacere. Sono state fatte troppe vittime
innocenti".
15 gennaio 2009
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dal sito del Ministero per
le Pari Opportunità |
Avviso per il finanziamento di progetti di
clown terapia
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 300 del 24
dicembre 2008 l'Avviso per il finanziamento di interventi a
carattere sperimentale finalizzati al sostegno agli
organismi del Terzo Settore impegnati in attività di clown
terapia, con il quale il Dipartimento per le Pari
Opportunità intende promuovere interventi destinati a
bambini che vivono la difficile situazione dell'ospedalizzazione.
Il testo dell'Avviso e gli allegati sono disponibili
online.
http://www.pariopportunita.gov.it/DefaultDesktop.aspx?doc=2151
30 dicembre 2008
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Articolo tratto dal sito del Ministero delle
Pari Opportunità
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9 dicembre 2008
Pedofilia, Carfagna: "Italia
promotrice di una nuova cooperazione"
"L'Italia può farsi
promotrice di una nuova cooperazione a livello
internazionale contro lo sfruttamento dei minori". Lo ha
detto il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna,
durante l'audizione in Commissione bicamerale per
l'infanzia sulla prostituzione minorile.
Il Ministro, riferendo in
aula sul recente
Congresso internazionale di Rio de Janeiro sullo
sfruttamento minorile alla quale è intervenuta in
rappresentanza del governo italiano, ha ricordato che il
miglioramento del dialogo e della cooperazione
internazionale in materia sono tra gli impegni assunti
nella conferenza. Si tratta di un progetto complessivo che
prevede non solo repressione per gli sfruttatori - ha
precisato Carfagna - ma anche riabilitazione per le
vittime. In questo contesto, il Ministro vede l'Italia come
uno stato promotore di azioni fra Stati contro il fenomeno,
potrebbe, a suo avviso, ricevere un utile contributo anche
dalla Commissione bicamerale per l'infanzia.
Carfagna ha posto quindi
l'attenzione sulla "preoccupazione" - emersa durante il
Congresso di Rio - per "l'inadeguatezza" degli Stati che
non hanno ancora ratificato la Convenzione dell'Onu. Sul
piano operativo, il Ministro prevede la messa a punto di
azioni per accrescere la consapevolezza contro lo
sfruttamento dei minori, la predisposizione di programmi
specifici di contrasto, la riabilitazione per le vittime
dello sfruttamento sessuale e l'investimento sulla
formazione per magistrati, forze di polizia e operatori di
strada. Infine, il Ministro ha espresso parere negativo
sulla proposta di istituire la giornata nazionale contro la
pedofilia e la pedopornografia: "Non giova all'obiettivo",
ha detto, precisando che "è meglio concentrare gli sforzi
in una giornata'' - quella del 20 novembre per i diritti
dell'infanzia e dell'adolescenza - perché il vero intento è
"riflettere su un fenomeno tanto drammatico".
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Articolo tratto dal sito del Ministero delle
Pari Opportunità
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27 novembre 2008
Di fronte alle richieste di aiuto nel mondo, soprattutto
da parte dei bambini, ''non dovremmo mai tirarci indietro,
anche quando le condizioni economiche in Italia non sono
favorevolissime''. E' con questa convinzione che il
Ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha
visitato una delle favelas di Rio de Janeiro, dove in
questi giorni si svolge il Terzo Congresso Mondiale contro
lo sfruttamento sessuale dei minori. Il Ministro ha voluto toccare con mano le
situazioni di abbandono e degrado che colpiscono
soprattutto i più piccoli, ed è salita fino al 'Morro dos
Cabritos', dove dal 1999 è attiva la ong Avsi, con un
progetto di cooperazione finanziato anche dal ministero
degli Esteri. Un'immersione nella dura realtà carioca e un
"motivo di orgoglio" per il Ministro, che ha sottolineato
l'importanza di vivere in un Paese, come l'Italia,
"impegnato su più fronti, anche su quello umanitario". Un
impegno che "merita di essere intensificato", perché "sono
tante le realtà al mondo in cui ci sono persone,
soprattutto bambini, che hanno bisogno del nostro aiuto".
Il Ministro ha quindi annunciato la volontà di far
intervenire direttamente anche il suo dicastero: "Ci
riempirebbe enormemente di gioia - ha detto - poter
contribuire, anche finanziando un progetto che possa
rendere più accoglienti i luoghi dove sono ospitati questi
bambini".
Nel centro di accoglienza 'Cantinho da Natureza', gestito
dall'Avsi, sono ospitati ogni giorno circa 150 bambini e
bambine della favela, fino a 4 anni di età, e altrettanti,
attraverso corsi professionalizzanti, fino ai 15 anni. Il
Ministro si è intrattenuta con le volontarie del centro,
prestando particolare attenzione al loro lavoro, e ha
dedicato molto tempo ai bambini e ragazzi, ricambiando gli
abbracci e i sorrisi ricevuti. "Per me oggi è una giornata davvero speciale
- ha concluso il Ministro. "Credo che non dimenticherò mai
la dolcezza, l'allegria, ma anche la cordialità che ho
visto negli occhi di questi bambini, nonostante le
condizioni disagiate in cui vivono".
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da Il Messaggero.it del 27 nov.2008
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Sindrome Down, cure già in utero:
buoni risultati sui topolini da laboratorio
ROMA (27 novembre) – Riuscire a curare alcuni
effetti della sindrome Down durante la gestazione in utero.
E' quello che sperano di ottenere i ricercatori dopo i
risultati positivi riscontrati sui topolini da laboratorio.
L'esperimento condotto da un gruppo di ricercatori americani
del National Institute of Health di Bethesda, come si legge
su
New Scientist è riuscito a far nascere topolini con una
ridotta sintomatologia rispetto a quelli non trattati. La
sindrome Down inibisce lo sviluppo delle cellule nervose di
due proteine chiave, Nap e Sal, causa di alterazioni nello
sviluppo mentale. Ma quando i ricercatori americani hanno
iniettato le proteine “chiave” in alcune cavie incinte di
topolini Down, i piccoli sono poi nati senza presentare i
problemi legati alla sindrome.
Un buon risultato, anche se gli esperti avvertono che non è
garantito che il successo registrato nei topi sia replicato
negli esseri umani. In genere i bimbi Down soffrono di alti
tassi di problemi cardiaci e di sviluppo, e difficoltà di
apprendimento di vario grado. In ogni caso, dopo lo studio
Usa, le prospettive di prevenire alcuni dei danni causati nei
bimbi Down, dalla presenza di una copia extra di un
cromosoma, sembrano promettenti.
Nello studio, pubblicato su
Obstetrics and Gynaecology, si è visto che i piccoli, una
volta nati, avevano uno sviluppo analogo a quello dei
coetanei. Inoltre il cervello dei topolini trattati mostrava
livelli normali di una proteina che è sottoprodotta negli
animali Down. Ora i ricercatori stanno seguendo gli esemplari
curati già nella pancia della mamma, per vedere se gli
effetti positivi sono duraturi o addirittura permanenti. In
ogni caso è ancora presto per dire se il trattamento potrà
essere efficace anche sull'uomo.
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da Il Messaggero.it del 20 nov.2008
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Nasce il Garante
nazionale per l'infanzia
Carfagna: non avrà connotazione politica
ROMA (19
novembre) - Anche l'Italia avrà un Garante nazionale per
l'infanzia. Lo ha annunciato oggi il ministro delle Pari
opportunità Mara Carfagna, al termine del Consiglio dei
ministri che ha approvato il ddl.
«Il garante - ci tiene a sottolineare la Carfagna - non avrà
connotazione politica, perché il tema non è né di destra né
di sinistra». Adesso il ministro si augura che il ddl diventi
subito legge: ora il testo passa all'esame del Parlamento.
Mara Carfagna ha inoltre spiegato che il Garante, «in
conformità a quanto previsto dalle Convenzioni internazionali
ed europee» in materia, eserciterà «la sua attività a favore
dei diritti dei minori mediante compiti di proposta,
consultivi, di informazione e di ascolto dei minori». In
particolare, tra i compiti di proposta vi è la previsione
della «possibilità di proporre l'adozione di iniziative,
anche legislative, per assicurare la piena promozione e
tutela dei diritti dell'infanzia».
La nomina.
Il Garante, stabilisce l'articolo 2 del ddl, è
organo monocratico la cui nomina è affidata all'intesa dei
due presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della
Repubblica. Requisiti soggettivi per la nomina sono la
notoria indipendenza e la comprovata professionalità ed
esperienza nei campi del disagio minorile e delle
problematiche familiari ed educative. L'articolo fissa
inoltre la durata del mandato a 4 anni, rinnovabile per non
più di una volta, e le possibili cause di incompatibilità tra
l'incarico rivestito e l'esercizio di attività professionali
o di consulenza tanto in uffici pubblici quanto privati.
Compiti di informazione.
Sotto il profilo
consultivo il Garante sarà chiamato, tra l'altro, a dare il
suo parere sul piano nazionale di azione di interventi per la
tutela dei diritti dell'infanzia, a livello facoltativo sui
disegni di legge e sugli atti normativi del Governo in
materia di infanzia e di adolescenza e sul rapporto che il
Governo presenta periodicamente al Comitato dei diritti del
fanciullo. Tra i compiti di informazione sono da
sottolineare le iniziative di sensibilizzazione e diffusione
della conoscenza dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
e la relazione annuale che il Garante deve presentare al
Parlamento entro il 30 aprile di ciascun anno.
Tra i compiti di ascolto
è previsto che il
Garante assicuri forme idonee di consultazione e
collaborazione con tutti i soggetti interessati alla tutela
dell'infanzia e dell'adolescenza, compresi i minori, le
associazioni familiari, con particolare riferimento a quelle
nel settore dell'affido e dell'adozione, nonchè tutte le
organizzazioni non governative operanti nell'ambito della
tutela e della promozione dei diritti dei minori.
Fra i poteri
attribuiti al Garante quello di segnalare,
d'ufficio o a seguito di segnalazioni o reclami (tutte le
persone possano segnalare al Garante, anche attraverso il
numero telefonico d'emergenza gratuito 114 ovvero attraverso
eventuali altri numeri telefonici gratuiti a valenza sociale,
violazioni dei diritti dei minori o situazioni a rischio per
i minori) , situazioni di disagio o di rischio di violazioni
dei diritti dei minori alla Procura della Repubblica presso
il Tribunale dei minorenni al fine di consentire l'adozione
di provvedimenti e l'apertura di procedimenti volti alla
protezione del minore. Le segnalazioni possono essere
indirizzate, altresì, alla Procura della Repubblica
competente nei casi di abusi che abbiano rilevanza penale o
in altri casi in cui comunque la medesima autorità
giudiziaria possa adottare iniziative.
Trattamento dati.
Nello svolgimento
della propria attività, il Garante può richiedere alle
pubbliche amministrazioni nonché a qualsiasi soggetto
pubblico e privato informazioni rilevanti ai fini della
tutela dei minori. Per il medesimo scopo il Garante può,
previo consenso del Garante per la protezione dei dati
personali, richiedere a soggetti pubblici l'accesso a banche
dati o archivi. Il Garante può inoltre richiedere alle
amministrazioni competenti di accedere, nelle forme e con le
modalità concordate, alle strutture pubbliche e ad enti
privati ove siano presenti minori. Infine, al Garante è
riconosciuta la possibilità di effettuare visita agli
istituti di pena per i minorenni, previa autorizzazione al
magistrato di sorveglianza per i minorenni o del giudice che
procede.
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LA RUOTA DEGLI
ESPOSTI E LE NUOVE POVERTÀ |
Il 20 Novembre è una data molto importante
perché ricorre la Giornata mondiale dei Diritti
dell’Infanzia. In questa particolare giornata a
Milano, presso la Clinica Mangiagalli, è stata
inaugurata la “ruota della vita”. Non è la
prima in Italia. A Brescia esiste già da due anni.
Ma cos’è la ruota della vita o degli esposti?
Un tempo il termine “esposto” era sinonimo di
neonato abbandonato e abbandonare i figli
indesiderati era una pratica comune a molte
popolazioni . I bambini, in particolare i neonati,
erano considerati come oggetti.
Alcuni popoli tra cui i Greci consentivano sia
l’uccisione che l’abbandono.
In quest’ultimo caso i bambini non riconosciuti dal
padre venivato levati da terra (da qui il termine
allevare) e posti ai piedi della “culumna iactaria”
perché fossero esposti al pubblico.
Con l'avvento del Cristianesimo nel IV secolo
incominciò a farsi strada l’idea di una difesa e
protezione dell’infanzia.
Costantino nel 315 emanò una legge affinchè, dalle
risorse incamerate con le tasse , fossero reperiti i
fondi per soccorrere i bambini abbandonati o i figli
di genitori indigenti.Tre anni dopo nel 318 sanciva
anche la pena di morte per chi avesse praticato
l’infanticidio. Ciò nonostante i genitori erano
autorizzati a vendere i propri figli.
Giustiniano, nel 500 dopo Cristo,equiparava
l'abbandono all'infanticidio.
In Occidente, il primo ospizio istituito per i
neonati abbandonati fu il Xenodochio e fu fondato a
Milano nel 787 dall'arciprete Dateo. La comparsa
della prima “Ruota degli Esposti” avvenne in
Francia.
Alla fine del secolo XII, nel 1188, nell'Ospedale di
Marsiglia iniziò a funzionare la prima “ruota”,
seguita poco dopo da quella di Aix en Provence e di
Tolone.
In Italia la prima “ruota” avrebbe fatto la sua
apparizione nel 1198. Papa Innocenzo III, turbato
nei suoi sogni dalla ricorrente visione di
cadaverini imprigionati nelle reti dei pescatori del
Tevere, la volle a Roma nell’ospedale di Santo
Spirito in Sassia. L'Ospedale di S. Spirito è uno
dei più antichi d'Europa.
Un angelo, apparso in sogno a Papa Innocenzo III,
denunciava le colpe di madri snaturate che solevano
gettare nel Tevere i corpicini dei neonati
indesiderati. Ecco il significato di quella rota
ancora visibile a sinistra del monumentale portone
barocco in Borgo Santo Spirito.
È l'antica tradizione della "ruota
degli esposti": dall'esterno, per garantire
l'anonimato, venivano abbandonati all'interno della
ruota i bambini illegittimi, i quali, accolti dalla
priora, venivano marchiati con una doppia croce sul
piede sinistro e nuovamente "esposti" nella ruota
per una eventuale adozione. I piccoli venivano
registrati come filius m. ignotae, dove m. stava per
matris, ma, dato che il punto non era mai
considerato, la lettura diveniva filius mignotae, da
cui ne derivò il termine "mignotta" romanesco.
Le “ruote” si diffusero rapidamente in Francia,
Italia, Spagna e Grecia,ma non nei Paesi germanici
ed anglosassoni. In Inghilterra le ruote non furono
mai istituite e l’infanticidio non fu mai
considerato un problema. Cadaverini di feti o di
neonati uccisi nei modi più diversi venivano
comunemente ritrovati nelle fogne e nelle discariche.La
validità delle ruote cominciò ad essere discussa
all'inizio dell'Ottocento, parallelamente alla
crescita demografica europea. La popolazione era
salita in pochi anni da 100 a circa 200 milioni di
abitanti. Si era registrato un notevole aumento
degli esposti, che creavano gravi problemi economici
alle amministrazioni.
Per far fronte alle aumentate spese , la soluzione
era quella di diminuire il numero degli assistiti. A
tale scopo nacque e si rafforzò in Francia l'idea di
abolire la “ruota”, ritenuta un mezzo incivile e
rozzo, per altro causa di numerosi abusi: in
particolare quello di accogliere anche i figli
legittimi. Anche in Italia l'aumento dei bambini
abbandonati era diventato veramente impressionante,
venivano rifiutati dai trenta ai quarantamila
neonati ogni anno. Il peso economico sostenuto dalle
amministrazioni era diventato insostenibile e solo
in parte contenuto dall'altissima mortalità degli
abbandonati. I Brefotrofi infatti erano in pessime
condizioni e non erano in grado di accudire
adeguatamente i piccoli ospiti.
Tra molte discussioni, finirono per prevalere le
motivazioni di coloro che erano contrari alle ruote.
In Italia la prima città a chiuderle fu Ferrara nel
1867. L'anno successivo Milano e Como; nel ’69
Torino, nel ’70 Novara, nel ’72 Roma; nel ’73
Cosenza e Udine; nel ’74 Genova e Napoli; nel ’75,
Firenze, Siena, Verona e Vicenza; nel ’76 Rovigo.
Le “ruote” furono,infine, tutte soppresse
ufficialmente nel 1923 con il “Regolamento generale
per il servizio d'assistenza agli Esposti” dal primo
governo Mussolini.
Oggi la ruota degli esposti è di nuovo tra noi. A
quasi mezzo secolo dalla chiusura della ruota dell’
Ospedale Maggiore di Brescia, la ruota per la vita è
stata ripristinata presso gli “ Spedali Civili”.
C’è poi il “Baby-box “ del Policlinico Casilino di
Roma ed in molte città del Centro/Nord le ruote sono
apparse nuovamente.
Funzionano 24 ore su 24 e garantiscono sopravvivenza
e cura al neonato e nuova vita ed anonimato alla
madre.
Oggi come ieri? Vecchie e nuove povertà si
incrociano in una Società aperta alla
globalizzazione ma che porta nel suo interno i
numerosi problemi non ancora risolti delle società
evolute. Quali le cause che oggi portano le mamme ad
abbandonare i propri figli? Quale futuro aspetta gli
esposti del terzo millennio? Come la legislazione
tutela loro e chi di loro si libera? Cosa si può
fare per prevenire l’ abbandono dei bambini appena
nati?
Lasciamo in sospeso queste domande ma teniamole in
mente.
Meditiamo e come diciamo a Roma “damose da fa”.
Roma, 18/11/08
Anna Maria Limiti
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UN IMPORTANTE CONVEGNO
INTERNAZIONALE SULL’INFANZIA |
Si è tenuto a Treviso, il 6 giugno
2008, un importantissimo Convegno Internazionale di
Studio “Giornata dell’attenzione all’infanzia in
casa, a scuola, sulla strada, negli ambienti di
svago. Il bambino e l’uso improprio di psicofarmaci”,
organizzato dal MO.I.CA. Movimento Italiano
Casalinghe Onlus-Aps.
Vi ha partecipato anche Andrea Di
Francia, Chairmain “Osservatorio Diritti
dell’Infanzia”.
Meritano di essere conosciuti alcuni
dati e riflessioni emersi in quella sede.
SICUREZZA STRADALE
Il dott. Marco Giustini,
dell’Istituto Superiore di Sanità, Dipartimento di
Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, Reparto
Ambiente e Traumi, comunica che, in Italia muoiono,
per incidenti stradali, 113 bambini di età compresa
tra 0 e 14 anni, pari al 2% del totale delle morti
per incidente stradale. Di questi, 71, pari al
62,8%, sono trasportati, 18 pedoni (15,9%) e 24
conducenti di biciclette e/o ciclomotori (21,2%).
L’entrata in vigore della legge sull’uso
obbligatorio di cinture e seggiolini per bambini, e
l’uso generalizzato del casco (importante questo per
i quattordicenni) hanno contribuito in modo
sensibile a ridurre questo quadro drammatico.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha
predisposto il seguente
DECALOGO DELLA SICUREZZA STRADALE
DEL BAMBINO
1.- Spiega
al tuo bambino, sin da piccolo, che la strada
nasconde grossi rischi, anche perché tanti
conducenti possono andare troppo veloci, essere
imprudenti, aggressivi, distratti, o addirittura
guidare sotto l’influenza di bevande alcoliche.
2.-
Insegna, appena possibile, al tuo bambino ad
attraversare in sicurezza una strada. Continua ad
addestrarlo nel tempo ed assicurati che lo faccia
sempre correttamente e sempre con grande prudenza ed
attenzione. Se passeggi con lui, tienilo, comunque,
sempre per mano.
3.- Non
lasciare mai solo il tuo bambino, specie in
prossimità di una strada dove transitano veicoli.
4.- Non
lasciare mai il tuo bambino in auto, anche se per
poco tempo (in particolare, ricordati che, con il
finestrino chiuso, in estate la temperatura
all’interno dell’abitacolo può salire molto
rapidamente, con conseguenze anche molto gravi).
5.- Se il
tuo bambino va in bicicletta, fagli usare sempre
l’apposito caschetto.
6.- In moto
o in ciclomotore, fai sempre indossare al tuo
bambino il casco.
7.- In
auto, trasporta sempre il tuo bambino negli appositi
seggiolini o, se è già grandicello, assicuralo con
la cintura di sicurezza.
8.- Non
trasportare mai il tuo bambino in braccio nella
parte anteriore dell’auto: in caso d’urto, il
bambino sarà proiettato violentemente contro il
parabrezza e non riuscirai a trattenerlo. Inoltre,
se la macchina è dotata di air bag, proprio l’uscita
esplosiva dell’air bag potrebbe ferirlo molto
gravemente o addirittura ucciderlo.
9.- Evita
di trasportare il tuo bambino in seggiolino nella
parte anteriore dell’auto se questa è equipaggiata
con air bag.
10.- Sii di
esempio al tuo bambino: guida con prudenza, metti
sempre il casco sulle due ruote ed utilizza sempre
le cinture di sicurezza, anche nella parte
posteriore dell’autoveicolo.
SIDS
Il dott. Antonino Reale,
Responsabile dell’Unità Operativa Pediatria
dell’emergenza – DEA- Ospedale “Bambino Gesù” di
Roma, ha parlato della SIDS ( Sudden Infant Death
Sindrome), cioè della morte improvvisa ed
inaspettata di un lattante sotto l’anno di vita
senza possibilità di accertarne la causa. Ha detto
che la SIDS colpisce, in Italia, circa un bambino
ogni mille nati rappresentando la causa più
frequente di morte tra 1 e 12 mesi di vita, con un
picco di maggior incidenza tra i 2 e i 4 mesi. Ha
individuato, nelle seguenti, l principali cause che
possono aumentare il rischio di morte:
-
la posizione prona durante il sonno
-
il mancato allattamento materno
-
il fumo materno in gravidanza
-
il fumo nell’ambiente dove vive il
bambino
-
l’eccessiva temperatura nella stanza
in cui dorme il bambino
-
la stagione invernale
-
la concomitanza di infezioni
respiratorie
-
l’utilizzazione di cuscini e
materassi troppo morbidi.
Ha aggiunto che le campagne per la
eliminazione dei fattori di rischio ed in
particolare la raccomandazione a far dormire i
bambini sulla schiena, hanno permesso, specie negli
Stati Uniti, di dimezzare la mortalità per SIDS.
ALCOL
Il prof. Emanuele Scafato,
WWHO Colalborating Centre for Research and Health
Promotion on Alcohl and Alcohl-related Health
Problems-Istituto Suoeriore Sanità-155, ha parlato
su “I bambini, i giovani e l’alcol: analisi e
considerazioni”, evidenziando, tra l’altro che:
-
il consumo e l’abuso di alcol fra i
giovani e gli adolescenti è un fenomeno preoccupante
e in forte crescita sia a livello internazionale che
nazionale;
-
dal progetto europeo di indagini
condotte nelle scuole (ESPAD) è emerso che,
escludendo tabacco e caffeina, l’alcol è la sostanza
psicoattiva maggiormente utilizzata dai giovani
dell’UE. La percentuale degli studenti di 15-16 anni
si sono sono ubriacati almeno qualche volta varia
dal 36% in Portogallo all’89% in Danimarca. La
cultura del bere attualmente diffusa tra i giovani
segue sempre più frequentemente standard orientati
verso modelli di “binge-drinking” ossia il “bere per
ubriacarsi”, 5 drink di seguito;
-
il consumo di alcol in Italia è un
fenomeno in continua evoluzione dal 1998 al 2003
sono aumentate per entrambi i sessi le prevalenze
dei consumatori teenager di super alcolici (+24,4%),
di aperitivi alcolici (+ 46,1%) e dei consumatori
fuori pasto (+ 50%); nel caso di queste due ultime
tipologie di consumo le variazioni maggiori si
registrano per il sesso femminile;
-
le conseguenze legate a questo
fenomeno, dannoso per la salute stessa (maggiori
probabilità di contrarre tumori, problemi di
pancreas ed al sistema cardiovascolare, problemi
gastrointestinali e neurologici, danni al sistema
riproduttivo), risultano essere molteplici anche a
causa dei cosiddetti effetti secondari, indotti da
comportamenti a rischio sotto l’effetto dell’alcol:
- la guida in stato di ebbrezza, che,
a sua volta, è la causa principale di incidenti
stradali spesso mortali.
- La violenza intrafamiliare alcol
correlata
- La violenza extrafamiliare o
comunque agita contro i terzi.
- Provocare danni alla proprietà
altrui
- Il peggioramento delle prestazioni
scolastiche che spesso conducono all’abbandono degli
studi.
Uno dei principali ostacoli alla
diffusione di una corretta informazione e
comunicazione sui rischi e danni causati dall’alcol
è rappresentata dalle pressioni sociali al bere e
dall’azione dei mass media e delle pubblicità che
privilegiano l’uso di associazione di immagini di
successo (ricchezza, sesso, salute, amicizia) al
consumo di alcol proposto anche attraverso il
ricorso a testimonial o a personaggi famosi del
mondo dello sport, della moda e del cinema.
L’abuso di alcol in Italia è quindi
un fenomeno che, nel corso degli anni, si è
tristemente connotato come prima causa di mortalità
prematura, disabilità e, in genere, di rischio per i
giovani (850.000 giovani di età al di sotto dell’età
legale consuma bevande alcoliche)., i quali,
spesso, vengono, ingiustificatamente, indicati come
i perpetratori di danni, di violenze o di atti
contrari alla civile convivenza, dimenticando o
sorvolando sulla circostanza che essi stessi sono,
invece, le prime vittime dell’alcol e delle
pressioni al bere che hanno raggiunto in Italia
livelli di esposizione mai verificati in passato. Si
aggiunga la carenza di un controllo formale o
informale sui comportamenti a rischio
frequentissimi, ad esempio, nelle discoteche.
Andrea Di Francia
Chairman Osservatorio Kiwanis
Infanzia 2007/2008
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