Lentini. Ieri
è stata una giornata da ricordare - resa ancora più solenne
dalla presenza di numerose autorità civili, militari e
religiose - per un importante momento di commemorazione in
memoria del giudice Giovanni Falcone, pretore a Lentini dal
1965 al 1967. Luogo dell'evento il nuovo tribunale, che da ieri
ha un'aula udienze penali e una lapide dedicate al giudice
Falcone, rispettivamente a cura del Comune e del Kiwanis club.
Fra i presenti, Giovanni Tinebra (procuratore generale della
Repubblica presso la Corte d'Appello di Catania), Severino
Santiapichi (già procuratore generale della Repubblica presso
la Corte d'Appello di Perugia), Maria Falcone (sorella del
giudice e presidente della Fondazione "Giovanni e Francesca
Falcone"), il prefetto vicario Cucinotta, il procuratore della
Repubblica di Siracusa, Ugo Rossi, il delegato del presidente
della Corte d'Appello Santi Pirrone, il presidente del
Tribunale di Siracusa Paolo Lucchese, i giudici del Tribunale
di Lentini Cristina Cosentino e Gaetano Cataldo, e poi ancora
il dottor Gabriele Alicata, Salvo Scalia, avvocato generale
dello Stato presso la Corte d'Appello di Catania, il presidente
dell'Ordine degli avvocati Glauco Reale, il questore ed il
comandante provinciale dei carabinieri.
Subito dopo la benedizione, impartita da padre Giuseppe
Blandino, ha avuto inizio un convegno, coordinato dall'avvocato
Aldo Failla, che ha ricordato come «Falcone lavorò a Lentini,
con grande competenza e preparazione ed ebbe un grande rapporto
con la città. Qui utilizzò la sua prima scrivania che oggi è
ancora conservata nei vecchi locali della Pretura e per la
quale è stata fatta richiesta di allocazione in questo
palazzo». Al tavolo dei relatori, il presidente del tribunale
di Siracusa Paolo Lucchese che ha rimarcato, nel suo discorso,
come «sia stato Falcone, con lo storico maxiprocesso, a colpire
il cuore dell'organizzazione mafiosa, sgretolandone, ad esempio
l'aspetto economico». Il sindaco Alfio Mangiameli ha voluto
ricordare come «quotidianamente nel nostro ruolo di
rappresentanti delle istituzioni democratiche siamo chiamati a
rinnegare noi stessi, i nostri personali interessi, per servire
la legge e la comunità, consapevoli di poter far torto ad
alcuni privilegiando il bene comune e la solidarietà verso chi
ha più bisogno».
«La decisione di porre una lapide in memoria del giudice
Falcone - ha commentato il presidente del Kiwanis Costantino -
risale al 1997. Finalmente oggi abbiamo la possibilità di
realizzare questo desiderio che vuol essere un segno tangibile
di come sia indelebile il ricordo che ha lasciato in questa
città, che tanto lo ha amato e che tanto è stata amata, dal
giudice Falcone».
Angela Rabbito |