|
Dai
Club GENNAIO
INDICE >>>
UMBRIA
KC Assisi "Pax et Libertas"
|
Il KC Assisi, nella
persona del Presidente Donato Vallescura, viene invitato
e
partecipa all'importante manifestazione di cui sotto.
|
Difesa, Assisi:
Premio per la Pace all'Esercito Italiano
Gen. C.A. Giuseppe
Valotto, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
Chiar.ma Prof.ssa
Catia Eliana Gentilucci, Presidente OMPSI
(Osservatorio per il Monitoraggio della Pace e della
Sicurezza Territoriale)
Dr. Donato
Vallescura, Pres. KC Assisi e P. Lgt. Governatore Kiwanis
Umbria
Assisi, Casa Natale di S. Francesco, Venerdì 14
Gennaio 2011,
Cerimonia di Conferimento della Palma d’Oro per la
Pace all’On. Nicola Mancino, già Vicepresidente del
Consiglio Superiore della Magistratura, già Ministro
dell'Interno e Presidente del Senato, e al Gen. C.A.
Giuseppe Valotto, Capo di Stato Maggiore
dell’Esercito
Venerdì 14 gennaio
2011 si è svolta ad Assisi, nella Casa Natale di San
Francesco, la “Cerimonia di Conferimento della Palma
d’Oro per la Pace” al Gen. C. A. Giuseppe Valotto,
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito.
Il Prof. Giorgio
Cegna, la Prof.ssa Catia Eliana Gentilucci, Padre
Gian Maria Polidoro e
il Dott. Gerardo Navazio (questi ultimi
rispettivamente Fondatore e Presidente di Assisi
Pax), promotori
dell’evento, hanno illustrato l’iniziativa al
ristretto pubblico di invitati civili, militari e
religiosi.
La presentazione
dell’iniziativa e del suo elevato valore simbolico è
stata effettuata dal Prof. Giorgio Cegna, Gran
Cancelliere della Confederazione dei Cavalieri
Crociati.
La chiar.ma
Prof.ssa Catia Eliana Gentilucci, Presidente dell’OmpSi
(dall'Osservatorio per il Monitoraggio della Pace e
della Sicurezza Territoriale), ha letto le
motivazioni del conferimento del premio.
La Palma d’Oro,
benedetta da Padre Gian Maria Polidoro, è stata da
questi porta all’Amm. Sq. Rinaldo Veri (già Palma
d’Oro 2009) che a sua volta l’ha porta al Gen. C.A.
Giuseppe Valotto.
Alla cerimonia hanno
presenziato gli Alti Comandanti nazionali e
regionali dell’Esercito Italiano, della Marina
Militare, dell’Aeronautica Militare, dell'Arma dei
Carabinieri, del Corpo della Guardia di Finanza, tra
cui il Gen. Edoardo Centore, Direttore del Centro
Militare di Studi Strategici, l’Amm. Sq.
Marcantonio Trevisani, Presidente del Centro Alti
Studi della Difesa, il Gen. Brig. Celeste Rossi,
Comandante del Comando Militare Esercito "Umbria",
il Gen. Brig. Maurizio Mattei, comandante del
Centro di Selezione e Reclutamento Nazionale
dell’Esercito Italiano, attivo nella Caserma
“Gonzaga del Vodice Ferrante” di Foligno.
Nel suo indirizzo di
saluto il Gen. Valotto ha ringraziato i promotori
del premio per averlo fatto segno di tale
attestazione di stima professionale e personale, le
autorità, le istituzioni pubbliche, e tutti i
presenti.
Ha quindi ricordato
come l'Esercito Italiano, attraverso l'opera di
oltre 3.200 militari in Afghanistan, più di 1.600 in
Libano, circa 800 in Kosovo, ed alcune altre
centinaia di uomini coinvolti in Operazioni minori
fuori dal territorio nazionale, prende parte
quotidianamente alle missioni di pace internazionali
e rappresenta l'istituzione italiana più presente e
maggiormente coinvolta nei processi di pacificazione
nel mondo.
A ciò si aggiunga il
contributo di oltre 4.000 militari nell'ambito dell'
Operazione "Strade Sicure", in concorso alle forze
di polizia e a salvaguardia della sicurezza di
alcune aree delicate del nostro Paese.
Tra le persone che si
sono complimentate con il Gen. Valotto per l’alto
riconoscimento ricevuto, anche il Dr. Donato
Vallescura, Presidente del Kiwanis Club Assisi e P.
Lgt. Governatore della Divisione Umbria del Kiwanis
International Distretto Italia-San Marino, il quale
ha espresso al Gen. Valotto il proprio compiacimento
insieme a quello degli Officer e di tutti i Soci del
Club di Assisi, della Divisione e del Governatore
distrettuale, Prof. Salvatore Costanza.
Dopo l’indirizzo di
saluto del Gen. Valotto e la preghiera di
benedizione di Padre Gian Maria Polidoro, il Gen.
Valotto è stato accompagnato, dallo Staff della
manifestazione, presso la sede del Comune di Assisi,
per ricevere in forma privata i saluti del
Presidente del Consiglio Comunale, Dott. Lucio
Cannelli, e del Sindaco, Ing. Claudio Ricci.
La cerimonia è
continuata nella Cattedrale di San Rufino con il
concerto “Una speranza di pace” dei Maestri: tenore
Miro Solman Busolin, soprano Maria Grazia Patella
Ceprano, baritono Ettore Nova, mezzo soprano Ambra
Vespasiani, soprano Valentina Piovano, e pianista
Marco Ferruzzi.
Il premio “Palma
d’Oro per la Pace” è stato già conferito, tra
gli altri, al Papa Benedetto XVI e al Segretario di
Stato Vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone. Il
riconoscimento, costituito da un ramo di ulivo in
bagno d'oro tratto dall'albero all'interno del
Santuario della Casa Natale di San Francesco
d'Assisi, è attribuito a rappresentanti delle
istituzioni che si sono distinti nel promuovere la
"Cultura di Pace" tra i popoli.
Anna Vallescura
|
KC Assisi "Pax et Libertas"
|
Onore alla memoria di Matteo Miotto
La lettera che il
Caporalmaggiore Matteo Miotto aveva inviato
dall’Afghanistan al Gazzettino.it, due mesi prima
che fosse ucciso da un cecchino.
“Corrono giorni in cui identità e valori sembrano
superati, soffocati da una realtà che ci nega il
tempo per pensare a cosa siamo, da dove veniamo, a
cosa apparteniamo...
Questi popoli di terre sventurate, dove spadroneggia
la corruzione, dove a comandare non sono solo i
governanti ma anche ancora i capi clan, questi
popoli hanno saputo conservare le loro radici dopo
che i migliori eserciti, le più grosse armate hanno
marciato sulle loro case: invano. L'essenza del
popolo afghano è viva, le loro tradizioni si
ripetono immutate, possiamo ritenerle sbagliate,
arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste
immutate. Gente che nasce, vive e muore per amore
delle proprie radici, della propria terra e di essa
si nutre. Allora riesci a capire che questo strano
popolo dalle usanze a volte anche stravaganti ha
qualcosa da insegnare anche a noi.
Come ogni giorno partiamo per una pattuglia.
Avvicinandoci ai nostri mezzi Lince, prima di
uscire, sguardi bassi, qualche gesto di rito
scaramantico, segni della croce... Nel mezzo blindo,
all'interno, non una parola. Solo la radio che ci
aggiorna su possibili insurgents avvistati, su
possibili zone per imboscate, nient'altro
nell'aria... Consapevoli che il suolo afghano è
cosparso di ordigni artigianali pronti ad esplodere
al passaggio delle sei tonnellate del nostro Lince.
Siamo il primo mezzo della colonna, ogni metro
potrebbe essere l'ultimo, ma non ci pensi. La testa
è troppo impegnata a scorgere nel terreno qualcosa
di anomalo, finalmente siamo alle porte del
villaggio...
Veniamo accolti dai bambini che da dieci diventano
venti, trenta, siamo circondati, si portano una mano
alla bocca ormai sappiamo cosa vogliono: hanno
fame...
Li guardi: sono scalzi, con addosso qualche straccio
che a occhio ha già vestito più di qualche fratello
o sorella... Dei loro padri e delle loro madri
neanche l'ombra, il villaggio, il nostro villaggio,
è un via vai di bambini che hanno tutta l'aria di
non essere li per giocare...
Non sono li a caso, hanno quattro, cinque anni, i
più grandi massimo dieci e con loro un mucchio di
sterpaglie.
Poi guardi bene, sotto le sterpaglie c'è un
asinello, stracarico, porta con sé il raccolto,
stanno lavorando... e i fratelli maggiori , si
intenda non più che quattordicenni, con un gregge
che lascia sbigottiti anche i nostri alpini sardi,
gente che di capre e pecore ne sa qualcosa...
Dietro le finestre delle capanne di fango e fieno un
adulto ci guarda, dalla barba gli daresti sessanta
settanta anni poi scopri che ne ha massimo trenta...
Delle donne neanche l'ombra, quelle poche che
tardano a rientrare al nostro arrivo al villaggio
indossano il burqa integrale: ci saranno quaranta
gradi all'ombra...
Quel poco che abbiamo con noi lo lasciamo qui.
Ognuno prima di uscire per una pattuglia sa che deve
riempire bene le proprie tasche e il mezzo con acqua
e viveri: non serviranno certo a noi... Che dicano
poi che noi alpini siamo cambiati...
Mi ricordo quando mio nonno mi parlava della guerra:
“brutta cosa bocia, beato ti che non te la vedarè
mai...” Ed eccomi qua, valle del Gulistan,
Afghanistan centrale, in testa quello strano
copricapo con la penna che per noi alpini è sacro.
Se potessi ascoltarmi, ti direi “visto, nonno, che
te te si sbaià...”
Caporal Maggiore Matteo Miotto
Thiene (Vicenza) - Valle del Gulistan, novembre
2010”
|
|