KIWANIS CLUB
FOLLONICA |
Sabato 23 Novembre 2002 il
KIWANIS CLUB FOLLONICA, come preannunciato ha effettuato la
prima attività pubblica del nuovo anno Sociale Kiwaniano.
Nella sala centrale dell’Ex
Casello Idraulico in Via Roma a Follonica, con inizio alle ore
17, 30, è stata effettuata una Conferenza Pubblica sul tema:
“PRESENZE
ARCHEOLOGICHE SEPOLTE RILEVATE DALLA FOTOGRAFIA AEREA SUL
NOSTRO TERRITORIO”
Relatore è stato il Prof.
Marcello Cosci (a destra) del dipartimento di Archeologia
Università di Siena.
La conferenza, patrocinata dal
Comune di Follonica, è stata molto interessante.
Dopo il saluto del Presidente
del Kiwanis Club Follonica Riccardo Sansoni (a sinistra nella
foto) e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Follonica
Dott.ssa Rosanna Gentile, il Relatore ha descritto in maniera
minuziosa le ricerche che ha effettuato con la fotografia aerea
sul territorio di Follonica per rilevare presenze archeologiche
sepolte.
In particolare sono state
illustrate le ricerche e gli studi sulla Via consolare romana
Aurelia che attraversa il territorio di Follonica e zone
limitrofe, effettuati con la fotografia aerea.
Numeroso il pubblico intervenuto.
Il Prof. Marcello Cosci che è il
responsabile del Laboratorio di Fotointerpretazione Archeologica
Università di Siena, è stato molto bravo nello spiegare le sue
ultime ricerche che ha effettuato.
Dopo la relazione, numerose sono
state le domande che l’attento e numeroso pubblico ha effettuato,
a dimostrazione del successo dell’iniziativa.
La Conferenza pubblica è
organizzata dal Kiwanis Club Follonica in collaborazione con il
Kiwanis Club di Piombino Riviera Etrusca ed il Kiwanis Club di
Pisa.
ADDETTO STAMPA
Loriano Lotti
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Kiwanis Club –
Biella |
Sono stati raccolti 6701,41 Euro ieri sera (27/11/02 N.d.r.) con
lo spettacolo "Corsi e ricorsi... ma non arrivai (il commosso
viaggiatore)” di Giobbe Covatta, applaudito dagli 800 biellesi
(300 non sono potuti entrare) che sono riusciti a prendere posto
al Teatro Sociale Villani.
I soldi raccolti durante la serata organizzata dal Kiwanis Biella,
permetteranno all’Amref, a cui è stato devoluto il ricavato, di
realizzare quasi cinque pozzi in Africa dissetando più di
1600 persone.
Il presidente del Kiwanis Dario Gubernati al termine della serata
ha ringraziato i biellesi per la loro generosità.
A proposito di generosità, alcune curiosità: l’offerta più
generosa 10 biglietti da 50 Euro - Quella più stravagante 50.000
lire, che verrà convertita senza problemi - Il più taccagno 1
centesimo di Euro, probabilmente Zio Paperone era di passaggio a
Biella.
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Kiwanis Club – Vercelli |
Ufficio Stampa
Vercelli,16 novembre 2002
Le Asl del Piemonte, non solo della regione subalpina, dovrebbero
diventare società per azioni a controllo rigorosamente pubblico.
Verrebbero così a crearsi le condizioni per una circolazione, a
livello europeo, di professionalità mediche ad alta
specializzazione, le uniche che garantiscano la salute ai
cittadini e che, sovente, sono soffocate dagli apparati
amministrativi, francamente troppo nutriti di personale rispetto a
quelli medici.
E’ una provocazione? la domanda è rivolta a Luca Pedrale,
presidente della Commissione Sanità della Regione Piemonte e
componente di altre tre commissioni: dell’agricoltura,
dell’industria, commercio e artigianato, dell’ambiente e del
territorio.
Giovedì 21 novembre, Pedrale, sarà ospite del Kiwanis
Club di Vercelli. E nella conviviale che si svolgerà, come al
solito, al Modohotel di Piazza Medaglie d’Oro, illustrerà il nuovo
Piano regionale sanitario il cui iter è appena iniziato
nell’ambito della Commissione Sanità del Consiglio regionale
piemontese.
La risposta di Luca Pedrale all’ipotesi di trasformare, un giorno,
le Asl in società per azioni del tutto pubbliche, è affermativa.
Ma le linee generali del Piano, si suppone più immediate, sono
anche altre. Secondo Pedrale l’obbiettivo generale – e egli lo
illustrerà compiutamente al Kiwanis – può essere riassunto in
questa battuta: prevenzione per risparmiate risorse, creando poli
ospedalieri di eccellenza con spiccate professionalità al loro
servizio e promozione dell’educazione alla salute dei cittadini.
Stando al Piano Sanitario Regionale, che ovviamente dovrà essere
portato in Consiglio Regionale e qui discusso ed adottato, la
regione si articolerà in distretti sanitari (basati su poli ben
delineati, veri concentrati di capacità professionali e su
strutture, comunque a disposizione del territorio) nonchè su
“quadranti”, per così dire professionali - amministrativi.
Il meccanismo abbozzato è presto decritto: in uno stesso
“quadrante”, il personale potrà essere spostato come su una
scacchiera per fronteggiare le esigenze che si verificano, di
volta in volta, risparmiando in unità lavorative professionali e
amministrative che, se assunte con nuovi concorsi nell’abito di
quello stesso quadrante, ridurrebbero le risorse economiche a
disposizione.
La ripartizione dei “quadranti”, delineati sommarriamente dal
Piano Regionale Sanitario potrebbe essere la seguente:
1)
“quadrante”, comprendente Vercelli, Biella, Verbano
– Cusio – 0ssola , Novara;
2)
due “quadranti” rispettivamente riguardanti Torino
e la Provincia di Torino;
3)
“quadrante” a sé, concernente Cuneo e la sua
provincia, molto ampia e articolata;
4)
“quadrante” comprendente Alessandria e Asti.
Per numerosi servizi, con un ruolo specifico riguardante i
distretti e i territori piemontesi, saranno coinvolti anche i
Comuni.
Pedrale nella sua conferenza al Kiwanis di Vercelli accennerà
anche a quanto è stato fatto all’Ospedale S.Andrea di Vercelli
dove, con il recupero di 19 miliardi di vecchie lire, sono stati
allestiti le sale di rianimazione e il nuovo pronto soccorso
nonché è stato introdotto il nuovo impianto di risonanza
magnetica.
Egli richiamerà, inoltre, il progetto esecutivo del nuovo Ospedale
di Borgosesia, un vero e proprio gioiello, a disposizione della
parte nord del Vercellese, degli stessi Novarese e Valsessera (nel
Biellese) avvalendosi anche del gruppo delle ambulanze -
elicotteri del 118, come è noto già funzionanti a pieno ritmo e in
grado di mantenere i collegamenti con le strutture di alta
specializzazione medica di Torino, Milano, Genova.
Enrico Villa
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KIWANIS
CLUB VERCELLI |
I contingenti
italiani in Somalia, sotto la bandiera dell’Onu, si sono fatti
onore: e, questo, indipendentemente dalle interpretazioni
giornalistiche italiane, ma soprattutto americane e inglesi,
nell’ultima parte del mandato rese più complicate dall’assassinio
della giornalista Ilaria Alpi e del suo operatore. Questa
valutazione, “in positivo”, giovedì 7 novembre al Modohotel,
è stata data dal generale degli alpini, in pensione da poco,
Vincenzo Loiacono, di origini siciliane ma torinese d’adozione
e presidente del Kiwanis Club Centro di Torino.
Loiacono era un alto
ufficiale dipendente dall’Onu a cui facevano capo ufficiali e
contingenti dell’esercito di altre 25 nazioni. Egli si è anche
addentrato, nella sua conferenza, negli specifici compiti propri
di reparti militari inviati all’estero per ragioni di pace: di
scorta ai convogli umanitari e di polizia. E, in proposito, ha
sottolineato ripetutamente che un ruolo davvero fondamentale, fra
le organizzazioni non governative, è stato svolto dalla Caritas.
Ma ha dedicato spazio più ampio al ruolo sociale dei nostri
soldati che incorporavano specialisti di veterinaria e di
agricoltura. I 36 veterinari messi a disposizione dall’Italia, con
programmi sistematici e massacranti sotto il profilo del lavoro,
hanno reimpostato, per quanto possibile la pastorizia
trasformandola in vero e proprio allevamento. Inoltre, gli
agronomi, rilanciando l’agricoltura, hanno riportato le
coltivazioni di sesamo e di riso. In quel periodo la carestia, che
falcidiava 2000 persone al giorno, è stata stroncata.
La difficoltà, oggi,
di tenere in equilibrio la Somalia dove esisterebbero giacimenti
di petrolio e di uranio, è dovuta alla conflittualità tribale.
La conferenza del
generale Vincenzo Loiacono, presentato da Eliseo Olivieri,
presidente del Kiwanis Club di Vercelli, è stata propedeutica al
service distrettuale del Kiwanis International “La Somalia
oltre la guerra” , una mostra itinerante in tutta Italia,
organizzata in collaborazione con “Medici Senza Frontiere”, premio
Nobel per la pace del 1999. Vincenzo Loiacono ha anche parlato di
Annalena Tonelli, una laureata in legge di Forli, in Somalia da
trent'anni, ben voluta dalle popolazioni di tutte le tribù e che
ha fatto miracoli da un punto di vista assistenziale, sociale e
delle strutture mediche.
Enrico Villa
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KIWANIS
CLUB FIRENZE "IL PERSEO" |
Attraverso
i circuiti dei Club del Kiwanis International, il riso
vercellese va all’attacco della Penisola.
La prima conviviale dedicata al cereale, un principe degli
alimenti da accoppiate a vini di eccellenza, è stata fissata a
Firenze, sabato 16 novembre con inizio alle ore 20, all’Hotel
Londra, in via Jacopo da Diacceto, 16, dal Kiwanis di Firenze
“Il Perseo”, di cui è presidente l’avvocato Maria Berardinelli.
La manifestazione, targata Kiwanis International, di cui è
governatore del Distretto Italia - San Marino il vercellese Ezio
Barasolo, è in collaborazione con il Kiwanis Club di
Vercelli (Eliseo Olivieri presidente, Enrico Villa past president),
con l’assessorato provinciale all’Agricoltura di Vercelli retto da
Marco Frà, risicoltore e con cui collabora attivamente l’assessore
provinciale Pino Masini, dall’Apt di Vercelli presieduto da Paolo
Melotti e dalla neonata Accademia del Riso.
La conviviale, la prima del suo genere fuori dal “triangolo d’oro
del riso” costituito da Vercelli – Novara – Pavia, è stata
denominata “La notte del riso”, ovviamente non dando a queste
parole un significato negativo bensì positivo; il significato di
una serata davvero fuori dagli schemi, in un ambiente di vip
buongustai che sanno davvero gustare un prodotto fondamentalmente
piemontese e lombardo che alimenta, o sfama, tutto il mondo e che,
da un punto di vista organolettico e gastronomico non ha eguali,
essendo superiore alla pasta e ad altri cibi ricchi di fibra.
Ma la scelta del Kiwanis International, con la sensibilità
dell’avv. Maria Berardinelli e del suo Kiwanis Club “Il
Perseo” ha un senso culturale e storico, che va al di là di una
conviviviale e che è giusto ricordare.
La coltivazione del riso, che introdotta dagli Arabi nell’Europa
meridionale, salì abbastanza velocemente la Penisola nel XIII e
XIV Secolo, fu portata e sostenuta In Toscana dal duca Leopoldo e
da diversi possidenti terrieri. Questi ultimi, nella prima metà
dell’800, furono attratti dalla coltivazione nei loro viaggi in
Oriente, allora di moda, e impiantarono le risaie nelle zone a
quel tempo paludose di Massaciuccoli, in provincia di Lucca (il
lago di Giacomo Puccini, per interderci) e risolvettero, come del
resto in Asia, complessi problemi di sollevamento delle acque con
ruote mosse a forza di muscoli delle gambe dai contadini. Habitat
ideale per il riso fu anche la maremma del Grossetano dove le
risaie sono tutt’ ora coltivate. E vincendo non poche diffidenze e
avversioni, il riso fu seminato anche fra le colline del Chianti
da un agricoltore di Palazzolo, paese nel cuore della risaia
vercellese che, per assicurarsi l’acqua, con una spesa personale
non indifferente, dovette creare veri e propri impianti di
sollevamento cosicché ogni anno, da aprile ad ottobre l’0ryza
Sativa (il nome linneano del riso) crebbe accanto agli
allevamenti di pecore e a due passi da vigneti famosi in tutto il
mondo.
Come giustamente si fa notare anche da parte del Kiwanis
International, il riso “è un cibo che si mangia”, oltre che
una pianta che deve essere coltivata al meglio, avvalendosi,
appunto, di uno strato d’acqua che fa da volano o coibente
termico. Infatti, l’Oryza Sativa, forse portata dall’India
dalle truppe di Alessandro il Grande, è una pianta tropicale che
deve essere protetta dagli sbalzi di temperatura fra il giorno e
la notte. E con il trascorrere degli anni, specie in questi ultimi
tempi, il riso ha raggiunto una popolarità a tavola che gli era
sconosciuta prima degli anni Ottanta.
Il merito va, innanzitutto, all’operazione “Conosci il riso” che
nel 1981 coinvolse sperimentalmente proprio le scuole elementari
della Toscana i cui allievi e gli insegnati del tempo fecero sul
riso delle vere e proprie tesi di laurea. Poi le industrie di
trasformazione del cereale, da artigiane divennero veri e propri
complessi che oggi mettono a disposizione risotti da cucinare in
pochi minuti. Il recente Salone del Gusto di Torino, al Lingotto,
ha dimostrato quale attenzione abbia il consumatore per il riso.
Il cammino è ora proseguito dal Kiwanis International,
dall’Assessorato all’Agricoltura della Provincia di Vercelli,
dall’Apt di Vercelli e dall’Accademia del Riso. L’obbiettivo è far
conoscere e gustare questo cereale con amminoaici in più
(una “marcia” in più del grano e di altri cereali, per dirla con
il linguaggio della Formula I) in modo che i consumi si avvicinino
a quelli della pasta, non un “nemico” ma un alimento che integra,
nell’ambito della varietà sulla quale insistono gli esperti di
dietologia, l’Oryza sativa.
Il messaggio del Kiwanis International e del Kiwanis
Club “Il Perseo” di Firenze, presieduto dall’avvocato Maria
Berardinelli; sarà proprio questo, con l’invito pressante che
altri Kiwanis Club seguano l’esempio, appunto di cultura
oltre che di gastronomia (en.vi).
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