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PIEMONTE 1
KC Vercelli
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KC Vercelli
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Neutralità e solidarietà della Croce Rossa Italiana
Il seme dello spirito di solidarietà e di neutralità è
stato gettato durante le guerre anche risorgimentali del
XIX Secolo. Ed è un seme robusto che ha attecchito, come
abbiamo constatato anche in queste settimane per
alleviare le sofferenze e i grandi disagi dei migranti
provenienti dalla Tunisia e dagli altri paese del Nord
Africa. L’organizzazione e il servizio del corpo delle
volontarie della Croce Rossa Italiana, una volta ancora
hanno svolto un ruolo insostituibile nei campi per i
migranti allestiti in Sicilia. Il club Kiwanis di
Vercelli, presieduto da Giorgio Pronsati, ha voluto
portare l’attenzione su quanto da oltre un secolo in
Italia e in zone pericolose del mondo fanno gli
appartenenti alla Croce Rossa. E per giovedì 14 aprile
il club di servizio ha programmato una serata dedicata
al tema. La conferenza, come di consueto al Circolo
Ricreativo di via Galileo Ferraris, incomincerà alle 20.
La relazione dell’incontro è stato affidata a Emanuela
Bigatti, ispettrice regionale del Corpo delle infermiere
volontarie della Croce Rossa Italiana. La dottoressa
Bigatti è vercellese e laureata in filosofia.
Per diversi aspetti la conferenza di Emanuela Bigatti,
dedicata alla struttura assistenziale e di soccorso
della Croce Rossa, dislocata in ogni regione e
provincia, rientra nel filone del Centocinquantenario
dell’Unità Italiana a cui il Kiwanis ha riservato un
altro recente incontro. Infatti la prima idea di un
corpo assistenziale basato sul principio della
neutralità e del soccorso, indipendentemente dagli
schieramenti politici e militari, fu della inglese
Florence Nightingale durante la campagna bellica di
Crimea cui partecipò un contingente dell’esercito
piemontese. Ancor più l’ideale di neutralità e di
soccorso si consolidò nella notte del 24 giugno 1859 sul
campo di battaglia di Solferino sul quale si erano
scontrati, con centinaia di feriti e di mutilati, gli
eserciti asburgico da una parte, sardo piemontese e
francese dall’altra. Agli epiloghi drammatici fu
testimone Henry Dunant, un uomo d’affari ginevrino che
intendeva avvicinare - e parlargli - Napoleone III.
Quello che con raccapriccio vide fece ancor più maturare
in lui il progetto di una organizzazione al di sopra
delle parti che sarebbe nata nel biennio 1863/64,
all’indomani delle conferenze internazionali e
diplomatiche di Ginevra. L’atteggiamento dell’opinione
pubblica del tempo fu così sintetizzata: “Siamo tutti
fratelli”. Principio che dagli anni Sessanta del XIX
Secolo, dopo la seconda guerra di indipendenza italiana,
informò il pensiero di Henry Dunant e di quanti operano
nell’ambito della Croce Rossa. In Italia, la prima
grande prova per la Croce Rossa Italia fu il terremoto
di Messina del 1908. Nella prima guerra mondiale
(1914/1918) le crocerossine diventarono ancor più un
riferimento insostituibile che dura nei decenni con un
intreccio molto stretto con la Protezione Civile
istituita negli anni Settanta del 900 e con altre
istituzioni umanitarie. L’ispettrice regionale Emanuela
Bigatti giovedì 14 aprile illustrerà, appunto,
l’insostituibile apporto delle crocerossine italiane nei
teatri di guerra e di soccorso e solidarietà.
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KC Gattinara
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La guerra del 1859
Un evento di risonanza mondiale
Giovedì 7 Aprile ore 20:00
Nell’
occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’
unità d’Italia, presso la sede di Gattinara, Via
Cardinal Mercurino 14, il prof. Giovanni Ferraris,
vice presidente della Società Storica Vercellese,
terrà una conferenza sul tema del giornalismo nelle
guerre di indipendenza.
Per il giornalismo dell’epoca la
seconda Guerra di Indipendenza è stato il primo
evento mondiale “trasmesso in diretta”. La fresca
invenzione del telegrafo elettrico e l’esistenza di
una ferrovia che collegava il nord Italia con Parigi
furono i mezzi tecnici che permisero ad inviati dei
maggiori giornali europei (ed in seconda battuta
mondiali) di pubblicare nel giro di 24 ore articoli
dal fronte, trasmessi telegraficamente, seguiti a
distanza di pochi giorni da immagini degli eventi
preparati da rinomati disegnatori (quali Bossoli e
Doré) ed inviati per ferrovia. Il desiderio di
grandeur dell’imperatore Napoleone III, alleato di
Vittorio Emanuele II, favorì lo scoop giornalistico.
Al seguito dell’imperatore francese vi era pure un
fotografo che, all’epoca, doveva accontentarsi di
fotografare a posteriori, con lunghe pose, i luoghi
delle battaglie. Le memorie lasciateci in abbondanza
da storici ed osservatori militari al seguito,
nonché da vari protagonisti, permettono di
ricostruire con ricchezza di particolari gli eventi
militari che portarono alla proclamazione di
Vittorio Emanuele II a re d’Italia il 17 marzo 1861
La conferenza sarà precedutà da un
buffè che si terrà nella sala affrescata della
Associazione culturale.
Il ricavato della serata sarà
utilizzato per finanziare le attività dell’oratorio
della Parrocchia di San Pietro a Gattinara
Prezzo del buffet 20 euro
E’ richiesta la prenotazione al 0163
833275
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