Il Kiwanis Club Novara MONTEROSA
nell’incontro di venerdì 11 settembre scorso, ha
ospitato la dottoressa Raffaelina Fusco, Dirigente
dell’Ufficio Minori della locale Questura, che ha
tenuto una relazione sulla sicurezza dei minori, il
cui esame è stato limitato a Novara, suscitando
nell’uditorio interesse e curiosità per alcuni casi
esposti.
Dopo aver indicato le linee normative
e la Convenzione sui diritti del bambino, ha messo
in evidenza le peculiarità operative dell’ufficio
che dirige, quale punto di riferimento delle
situazioni, spesso drammatiche, che con cadenza
quasi quotidiana emergono in modo diffuso, anche in
famiglie appartenenti a ceti sociali o in quartieri
della Città non propriamente considerati degradati.
Il suo ufficio è un Pronto Soccorso,
sempre funzionante, che interviene con tempestività
tutte le volte che le necessità lo richiedono, ma
che svolge anche un’attività di prevenzione, non
trascurando ma sottoponendo ad indagine qualunque
indizio o sospetto in casi di eventuali violenze sui
minori.
Questo è un problema quanto mai
complesso, oggetto di attenzione a livello mondiale,
che richiede le sinergie di tutte le istituzioni,
sia pubbliche sia private, dove gli organi di
Polizia vengono ad occupare una posizione di
prossimità, che cerca di intercettare i bisogni, con
una permanente vigilanza sugli adempimenti connessi
agli obblighi scolastici, sull’accattonaggio, sul
lavoro minorile, in breve, su ogni forma di abuso
sui minori, in particolare, sugli abusi sessuali,
che solo di recente hanno ricevuto riconoscimento e
risonanza sui media e sono stati oggetto di accurata
valutazione.
A sostegno, ha fornito una serie di
dati, come i 32 casi di violenza sessuale sui
minori, registrati nel 2008 a Novara.
L’Ufficio Minori si è dato piuttosto
una organizzazione svincolata da appesantimenti
burocratici, dove i contatti con le altre
istituzioni si svolgono a livello personale, nel
senso che ognuno conosce il punto di contatto o di
riferimento degli, senza centralini o intermediari.
Da questa attività la relatrice,
anche attraverso esperienze acquisite sul campo, ha
inteso mettere in evidenza l’aspetto umano degli
interventi, spesso caratterizzati da sacrifici ed
apporti a titolo personale.
Il commercio oceanico, che da qualche
tempo si registra, ha dilatato i casi di violenza,
che vanno dalla omissione all’abbandono dei minori
da parte delle famiglie, determinati spesso da
motivazioni non di necessità, ma di noncuranza e di
egoistica indifferenza.
Queste considerazioni inducono gli
organi preposti ad intervenire direttamente sulle
famiglie, spesso restie a collaborare e a denunciare
le drammatiche situazioni che si producono al loro
interno, per motivi diversi, religiosi, culturali,
molte volte per malaccorta e ingiustificata tutela
della privacy.
L’irruzione della droga ha aggravato
l’ambiente, già saturo di problemi, nel cui
commercio per una nuova strategia criminale non
registra differenze di età, di sesso, di condizione
sociale, dove gli stessi minori, di recente in cerca
sfrenatamente e insensatamente dello sballo, sono
utilizzatori e spacciatori nello stesso tempo.
Si può affermare, ha soggiunto la
dottoressa Fusco, che ormai il mercato della droga è
liberalizzato; avviene per strada, nei giardini, nei
luoghi di ritrovo giovanile serali, nella scuola,
sotto gli occhi complici degli altri ragazzi, in una
diffusa, ma colpevole indifferenza.
Sotto l’aspetto della prevenzione
sono state svolte dall’Ufficio Minori di Novara
numerose campagne educatrici, sul bullismo, contro
la droga, ma occorre insistere con l’aiuto di tutti,
delle famiglie in particolare, perché il cammino è
lungo e difficile.
Altro problema, che si inserisce
nello scenario generale, riguarda i minori
stranieri, definiti con termine eufemistico, minori
non accompagnati, ma in pratica minori abbandonati.
La loro età è compresa tra i 10 e i
15 anni, provenienti soprattutto dall’Albania e dai
paesi del Maghreb, giunti in Italia
clandestinamente, che, una volta rintracciati,
vengono affidati a comunità.
La relatrice ha concluso con un
sincero e grato apprezzamento per i magistrati e gli
operatori del Tribunale dei Minori di Torino, per la
disponibilità, la comprensione, la professionalità,
che pongono particolare attenzione specialmente
quando un minore va tolto ai genitori. La decisione
rappresenta l’estremo limite a cui si fa ricorso e
costituisce un momento di sicuro turbamento. E’ un
aspetto della enorme umanità che informa il lavoro
degli operatori, che stanno in prima linea insieme
con gli organi di polizia, in questa battaglia di
civiltà e sicuramente di amore. (a.l.)