27/06/2008
Malnutrizione: nuovo rapporto UNICEF
sulla carenza di iodio
L’UNICEF ha presentato oggi un nuovo
rapporto sui disturbi dovuti a carenze di iodio - la
principale causa singola di ritardo mentale - che
esamina i progressi compiuti negli ultimi due
decenni per la prevenzione del problema, le
conoscenze acquisite e i principi guida per
conseguire progressi futuri.
I disturbi dovuti a una dieta carente
di iodio sono particolarmente dannosi durante la
fase iniziale della gravidanza, in quanto ritardano
lo sviluppo del feto, specialmente lo sviluppo
cerebrale, provocando vari deficit intellettuali,
motori e di udito. Come evidenzia il nuovo rapporto
dell’UNICEF ‘Eliminazione sostenibile delle
carenze di iodio’, tali problemi sono
prevenibili facilmente e a basso costo, tramite la
iodurazione di tutto il sale destinato al consumo
umano ed animale.
“Il rapporto mostra come negli ultimi
20 anni i governi, l’industria del sale e le
comunità hanno conseguito, con il sostegno
dell’UNICEF, grandi progressi nell’eliminazione
delle carenze di iodio attraverso la iodurazione
universale del sale - ha dichiarato il Direttore
associato per la nutrizione dell’UNICEF, Werner
Schultink - Molto resta però da fare, affinché tutti
i bambini siano”.
Le partnership sono state cruciali
per il raggiungimento di tali risultati.
Organizzazioni quali ‘The International Council
for the Control of Iodine Deficiency Disorders’,
‘Kiwanis’, ‘The Micronutrient Initiative’,
‘Global Alliance for Improved Nutrition’, ‘Centers
for Disease Control’ hanno collaborato insieme
con i governi e l’industria del sale, sostenute
dalle organizzazioni e i governi donatori.
“34 paesi hanno raggiunto la
iodurazione universale del sale, ma ogni anno ancora
38 milioni di bambini nascono con il rischio di
subire danni cerebrali a causa della carenza di
iodio: non è dunque il caso di compiacersi degli
sforzi finora compiuti per combattere il problema -
ha affermato Werner Schultink.
Insieme ai paesi che hanno raggiunto
la iodurazione universale del sale, vi sono due aree
regionali che sono vicine a questo traguardo, cioè
l’area dell’America latina e dei Caraibi, dove l’85%
delle famiglie consuma sale iodato, e quella
dell’Asia orientale e del Pacifico, dove tale
percentuale è dell’84%.
Altre regioni incontrano però seri
problemi. Il rapporto sottolinea 5 principi guida,
ricavati dalle conoscenze acquisite negli ultimi 20
anni, per completare con successo la lotta globale
per l’eliminazione dei disturbi da carenza di iodio:
-
Assicurare l’impegno politico: un
forte e continuo impegno e motivazione sia dei
governi che dei produttori sono essenziali.
-
Costituire partnership e
coalizioni: le partnership tra governi e donatori,
tra governi e produttori di sale e tra tutti
coloro che sostengono gli sforzi per
l’eliminazione di tali disturbi devono essere
rafforzate a tutti i livelli.
-
Garantire la disponibilità adeguata
di sale iodato: l’industria del sale deve
riconoscere il processo di iodurazione come una
responsabilità fondamentale; i governi devono
operare con i produttori di sale per migliorare le
loro capacità, e i produttori devono mantenere e
migliorare questa capacità.
-
Potenziare i sistemi di
monitoraggio: un sistema di monitoraggio efficace
e costante è essenziale. Tre tipi di monitoraggio
sono necessari, sul processo di iodurazione del
sale dall’industria alle famiglie; sull’impatto
sui livelli di iodio nella popolazione e sulla
complessiva sostenibilità del programma.
-
Mantenere costante la comunicazione
e l’educazione sul fenomeno: gli interventi di
comunicazione dovrebbero prevedere chiare
responsabilità e includere messaggi specifici
adattati ad una vasta gamma di destinatari, tra
cui i leader politici nazionali, l’industria del
sale, i media, i gruppi tecnici e professionali,
gli insegnanti e le famiglie.