Dal grembo materno all’età matura
per ripensare e riprogettare il rapporto bambino-città
Jole Capriglia, Consulente Amministrativo - K.C.
Varese
Dal grembo materno…..i primi contatti…
Il rapporto madre –bambino nasce e si sviluppa già nel
ventre materno attraverso un dialogo musicale:i loro “
discorsi “ sono caratterizzati dal ritmo, dal timbro,
ritmo dall’ intensità, dalla durata e dalla
modulazione tonale. . La mamma può cominciare a
conversare con il suo bambino ancora prima di poterlo
vedere e toccare poiché l’ambiente uterino e’ per sua
natura risonante. Questa possibilità di comunicare
musicalmente accompagna lo sviluppo del feto ed e’
simile in tutte le culture e civiltà. Il feto infatti
sente: lo scandire ritmico del cuore materno; il
timbro e l’intonazione della voce della mamma tale da
definirla una “ coccola sonora”; la sonorità e i
rumori presenti nell’ambiente quotidiano e il
movimento ritmico e cadenzato del passo materno.
Ma come la musica influisce sullo sviluppo dell’essere
umano? La musica ha effetti positivi sullo sviluppo
dei bambini a livello fisico, psichico,
affettivo-emotivo e socio-relazionale. In particolare
la musica
• contribuisce al libero sviluppo della personalità
• aumenta la capacità del bambino di conoscere meglio
se stesso e il mondo che lo circonda
• lo stimola a confrontarsi, con creatività e
sensibilità, con i frutti della creatività di un altro
individuo
• affina la capacità di comunicare con gli altri e lo
prepara alla vita sociale
• Sviluppa importanti abilità secondarie che possono
essere utili anche in altri contesti quali ad esempio
: la concentrazione ,la perseveranza, la motivazione
Noi adulti dovremmo aiutare i bambini, i giovani a
scoprire la “ propria via per l’autorealizzazione.
Facile a dirsi, ma la realtà e’..meno complicata di
quanto si pensi, basta farsi guidare dal bambino che
Pascoli chiamava “ Fanciullino”
“ E’ dentro noi un fanciullino…quando la nostra età e’
tenera, egli confonde la sua voce con la nostra…Ma
quindi noi cresciamo, egli resta piccolo…e non udiamo
il suo squillo di campanello…perché ..occupati a
perorare la causa della nostra vita”
Conosciamo il bambino ? quale il ruolo educativo della
famiglia ..della scuola ..delle istituzioni?
Crescere e’ un’avventura arricchente e difficile.
Spesso noi genitori ci chiediamo come facilitare e
arricchire questo cammino e come attivare processi per
promuovere la maturazione dei nostri figli capaci di
assumersi responsabilità e di orientare positivamente
la loro vita verso un benessere personale e sociale.
Necessita quindi un maggior impegno nell’ambito
educativo anche per prevenire l’insorgere di
situazioni a rischio…. l’instaurarsi di dipendenze o
devianze.
Il disagio connesso allo sviluppo evolutivo interessa
ogni preadolescente e adolescente .Si può quasi
affermare che ogni individuo in questa fascia di età
e’ da considerarsi potenzialmente a rischio.Avere
presente le specifiche difficoltà evolutive di questo
particolare momento di formazione della personalità
aiuta noi genitori ad essere molto attenti e ad
investire tempo e impegno per favorire e cercare
percorsi di maturazione, poiché e’ ovvio che non
esistono ne’ adolescenti predestinati a disagi e
devianze ,ne’adolescenti garantiti da esperienze
destrutturati.In forza di tale convinzione , la
prevenzione e’ quindi l’insieme di tante azioni volte
a promuovere il benessere personale, relazionale, e
ambientale che ogni genitore auspica a favore del
proprio figlio. Ovviamente l’importante funzione
educativa della scuola e’ da considerarsi trasversale
a quella della famiglia.La scuola ha un naturale
alleato nella famiglia, purché vi sia attenzione alle
esigenze e ai bisogni della persona –adolescente- che
chiede di essere accolta, ascoltata e valorizzata.Entrambe
hanno il compito di rendere i ragazzi capaci di
esplorare il mondo esterno con gli strumenti necessari
senza farsi male. Da una parte gli insegnanti
dovrebbero avere la saggezza di porsi come persone al
di la’ del ruolo e dall’altra i genitori in famiglia
dovrebbero esercitare il loro ruolo..porre regole e
saper dire di No , allentare il controllo quando
necessario e non scaricare la propria responsabilità
sugli insegnanti. Scuola e famiglia infatti sono
entrambe chiamate ad avere attenzione alla globalità
della persona.
Solo così educare sia per la scuola che per la
famiglia implica saper accompagnare i ragazzi ad
affrontare le inevitabili sofferenze e difficoltà che
ognuno di noi incontra nella vita. Noi genitori non
possiamo sostituirci a loro e cioè evitare loro di
stare male per le difficoltà che incontrano nel
rapporto con se stessi o con gli altri o per gli
successi e rifiuti che sperimentano. Anzi e’ proprio
accompagnandoli e permettendo loro di affrontare e
gestire malesseri, disagi e frustrazioni che
consentiamo loro di mettersi alla prova , di
rafforzare la fiducia e la stima di sé, di raggiungere
quella consistenza personale grazie alla quale
sapranno essere moderati nelle vittorie e capaci di
reagire nelle sconfitte.
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I bambini reale risorsa della comunità : e’ possibile
coinvolgerli al di fuori del loro “ specifico” ( campi
da gioco, scuole , strade pedonali, ecc..? )
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con un tuffo nel passato, quali possono essere gli
insegnamenti che la vita di un tempo può trasmetterci?
Affinché possiamo con i nostri bambini costruire un
cammino insieme fatto di difficoltà ma anche di gioie
e di amore…perché solo ascoltando con il cuore i loro
desideri e i loro sogni raggiungeranno la felicità che
illumina i loro occhi e a loro anima….
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Nella maggior parte dei casi i bambini vengono
coinvolti in esperienze di progettazione partecipata
concernenti luoghi di loro abituale frequentazione :
aree gioco, giardini, parchi, piazze, scuole, percorsi
pedonali e ciclabili, biblioteche e simili. Ma quale
contributo possono dare riguardo ad altre funzioni
territoriali? E , ancor prima , possono dare realmente
un contributo al di fuori di un loro ambito che
potremmo chiamare “ naturale” ?
Ma per rispondere ad una domanda così difficile
bisogna prima rispondere ad un quesito a mio avviso
preliminare : perché si coinvolgono i bambini nella
progettazione della città?
Per far sì che essi possano partecipare alla vita
sociale e democratica della loro comunità e per far
loro esprimere idee sui luoghi che essi frequentano o
perché si crede che essi, quale radice della comunità
e portatori di un punto di vista nuovo e profondamente
diverso dal nostro, possano dare un contributo
significativo e di grande interesse alla progettazione
di luoghi vivibili in armonia con le persone e con
l’ambiente? Nel primo caso la conseguenza che ne
deriva e’ che e’ giusto che i bambini progettano i
luoghi che usano; nel secondo caso la progettazione
con i bambini non e’ legata agli spazi per i bambini,
ma alla loro capacità di formulare idee e prospettive
diverse dalle nostre e pertanto essa e’ applicabile a
qualsiasi ambito territoriale.
E’ necessario pensare insieme ai bambini come
utilizzare anche per il gioco luoghi della città
pensati , nati ed ancora destinati ad altri usi.
Infatti occorre osservare che lo spazio urbano nella
città contemporanea e’ estremamente specializzato per
cui risulta spesso impossibile utilizzare in maniera
impropria alcuni luoghi pensati per altri usi. E’
proprio quello che con i bambini si deve fare:
utilizzare i luoghi urbani con l’idea che ovunque deve
essere possibile trovare uno spazio per il gioco,
libero o organizzato che sia. Se la città non lo
permette significa che possiede una struttura troppo
rigida che ne impedisce anche la vita sociale. Henri
Lefebvre affermava già nel 1967 che la “ qualità (
della città) , elevata di grado, si rappresenta e si
presenta come “ ludica”
L’utopia di una città futura a misura d’uomo si
realizzerà nella misura in cui il gioco si proclama
come valore supremo. Solo una città nei cui spazi sia
possibile giocare sarà veramente una città a misura di
bambino .
Progettare insieme ai bambini il modo di usare, per il
gioco , spazi urbani non propriamente pensati per
questo scopo, ma anzi in modo da garantire , comunque
, le funzioni istituzionali per cui quello spazio e’
stato creato, diviene un modo di riprogettare l’intera
città con un’ottica diversa. Riuscire a coniugare le
funzioni urbane con il gioco, con la dimensione
ludica, significa recuperare in modo del tutto nuovo
l’antico valore d’uso della città ed e’ per questo
motivo che questo specifico tema di progettazione
propone di ritrovare il valore della convivenza civile
all’interno delle aree urbane fra i diversi soggetti
come pure tra le diverse attività..
La progettazione partecipata urbanistica
L’effettiva partecipazione alla vita di comunità deve
considerare molteplici aspetti e poggiare solidamente
sul diritto di parola. Una strategia che permette ai
bambini di partecipare alla trasformazione della città
e’ quella di promuovere il loro contributo progettuale
consentendogli di esprimere idee e proposte sui
diversi temi urbanistici. Questo vuol dire aprire
anche a loro forme adeguate e reali di partecipazione.
In questo caso il compito degli adulti e’ quello di
aiutare i bambini ad essere consapevoli delle loro
esigenze dei loro desideri, di far comprendere che lo
stato attuale dell’ambiente può essere modificato, di
aiutarli a liberarsi degli stereotipi stimolando la
loro creatività e la loro fantasia in un dialogo
continuo e concreto con la realtà. Oltre agli spazi
però e’ necessario restituire alla progettazione
partecipata anche ambiti quali i tempi, le relazioni,
la memoria , il futuro. Naturalmente le strategie
della partecipazione si propongono come un insieme di
opportunità che la comunità degli adulti, nelle sue
varie articolazioni, dalla famiglia alla scuola
all’associazionismo, alle istituzioni costruisce con ,
o mette a disposizioni di bambini e bambine ragazzi e
ragazze , giovani affinché possano esercitare i loro
diritti di cittadinanza…Esempi di progettazione
possiamo vederli nella città di Bologna dove e’ stato
firmato un protocollo dalla regione Emilia Romagna e
Enti locali con l’intento di individuare un percorso
atto a far crescere la partecipazione dei cittadini
alle scelte di riqualificazione della città,
rendendoli protagonisti insieme a tecnici e
progettisti delle trasformazioni che riguardano il
loro territorio, affinché si costruisca una città più
vivibile , più rispondente alle esigenze di qualità
della vita delle persone. L’obbiettivo primario e’
quello di mettere al centro la “ persona” . Anche sul
fronte dell’integrazione, per combattere ghetti e
emarginazione e ridurre i problemi legati alla
sicurezza. Uno dei promotori del protocollo firmato
per quanto riguarda la fascia d’età’ bambini, e’
CAMINA associazione Nazionale delle città amiche
dell’infanzia e dell’adolescenza. Un esempio di
partecipazione alla sostenibilità urbana e’ quella che
si e’ verificata ad Arsago Seprio piccolo Comune in
Provincia di Varese dove il Consiglio comunale Dei
Ragazzi e’ molto attivo; infatti e’ un caso assai
interessante quello in cui vede i piccoli partecipanti
al progetto “ Paesaggio, Biodiversità e Turismo” atto
a migliorare e rivalutare il patrimonio naturalistico
e la riqualificazione dei sentieri ciclopedonali.
Altro grande problema legato alla
mobilita ‘ sostenibile in quanto diritto per tutti per
far strada a bambini e bambini….
Problema rovente questo della mobilità inquina il
tempo….l’ambiente…il corpo e la mente…
Arruolati nell’esercito del conformismo e del senso
comune, ci muoviamo quotidianamente subendo e
provocando un traffico che rende invivibili le strade
e le città che abitiamo divenute insicure, rumorose
con l’aria colma di gas di scarico e gli spazi
pubblici non più disponibili per le umane civili
attività delle comunità di uomini, donne anziani e
bambini pedoni e ciclisti.
Ritornando alla città di Bologna come città modello a
misura di bambino altro progetto sulla mobilità scuola
–casa…che si propone di promuovere le condizioni
ottimali affinché bambini e bambine possano andare e
tornare da scuola a piedi o in bicicletta.. con il
seguente obbiettivo:
• Incremento dell’autonomia dei ragazzi e
miglioramento delle condizioni dell’ambiente
• Accrescere il numero dei ragazzi che raggiungono la
scuola i e ritornano a casa autonomamente a piedi o in
bicicletta
• Ridurre il traffico automobilistico di fronte alle
scuole e nelle strade circostanti
• Ridurre l’inquinamento dell’aria e il numero degli
incidenti
Conclusioni
L’infanzia e l’adolescenza devono essere riconosciute
come stadi unici dello sviluppo umano. Bambini e
ragazzi richiedono rispetto e comprensione da parte
della società adulta specialmente nelle città.
I bambini hanno bisogno di spazio, tempo e risorse per
garantire la loro piena crescita.
Tutti i bambini devono vivere in un ambiente salubre,
sicuro e protetto dove possono socializzare , giocare
partecipare e conoscere il mondo naturale e sociale,
sviluppando un senso di appartenenza.
Giocare e’ un bisogno per lo sviluppo ed un fattore
chiave per l’educazione e per l’apprendimento dei
bambini. E’ un metodo critico per comprendere se
stessi , il proprio ambiente , la propria cultura.
L’ambiente urbano deve essere pianificato in modo tale
da fornire spazio e tempo per il gioco libero che
permette di avere esperienza diretta del contesto
urbano
Le città devono essere progettate per permettere di
muoversi autonomamente a piedi , in bicicletta o sui
mezzi di trasporto
I bambini sono il fondamento del futuro e devono poter
svilupparsi in modo tale da assicurare lo sviluppo
sostenibile del nostro pianeta. L’educazione..il
gioco…e la partecipazione sono le chiavi
La partecipazione dei bambini e’ essenziale nel creare
progetti idonei e vivibili per l’ambiente urbano . Le
città progettate per e con i bambini sono migliori per
tutti e costituiscono un arricchimento per tutta la
società.
Pertanto tutte queste esperienze creano un clima di
ascolto e dialogo che aiutano tutti i soggetti
coinvolti a crescere e migliorare ( anche gli adulti)
e preparano i ragazzi all’esercizio di una
cittadinanza intraprendente e alla democrazia . E’
opportuno ricordare che gli atteggiamenti e le
competenze degli adulti verso la politica si fondano e
spesso si esauriscono – in ciò che si e’ imparato in
età scolare e che il deficit di cultura civica che si
registra nel nostro paese , forse trae origine proprio
dalla carenza di esperienze partecipate e di
educazione alla democrazia per e con l’infanzia.
Naturalmente le povertà non saranno mai annientate ma
con questi precisi intenti si farà di tutto perché
esse siano meno degradate…….
Jole Capriglia