STUDI KIWANIANI 2008
(a cura dell’addetto stampa Roberto
Nastasi)
Con grande gioia ed entusiasmo Valeria Gringeri,
“Chairperson donne” del Distretto Italia San
Marinoha salutato e ringraziato gli oltre 120
partecipanti giunti da tutte le parti del Distretto.
Erano presenti Fabienne April, “inviata speciale”
del Board Internazionale di Indianapolis. Il
Presidente “Eletto” della Federazione Europea Daniel
Vigneron con la moglie Faby. Hedi Merillat
Holenstein, componente del Comitato Donne del KIEF e
numerose donne kiwaniane dei Distretti “Svizzera
Lichtenstein” e “Belgio Lussemburgo”.
Erano presenti il Governatore Sandro Cuzari, il
Governatore “Eletto” Sergio Rossi; l’immediato Past
Governatore Rino Ussia; il Segretario Distrettuale
Giovanni Tomasello; il past Governatore e past
Trustee della Fondazione Internazionale Alfredo
Lisi; il Past Governatore Piero Grasso; e tantissimi
altri officers nazionali, divisionali e di club.
L’ascolto degli inni, la lettura delle finalità
kiwaniane, e quindi i saluti del Presidente del Club
“Brescia Uno” Benito Mangano e del Luogotenente
Governatore della I divisione Eugenio Galli.
Si è quindi entrati nel vivo del Convegno con le
interessanti relazioni di Fabienne April ed Hedi
Merillat Holenstein.
Di valore le relazioni di Mariavittoria Delpiano
(Addetta Stampa della XI Divisione), di Giovanni
Gallina (Presidente del Club di Corigliano Calabro)
di Jole Capriglia (Presidente del Club di Varese) e
Alba Asfalti (Presidente del Club Perugia Etrusca).
Il Presidente Daniel Vigneron, ha focalizzato il suo
intervento sui più attuali pensieri del Kiwanis
trattenendosi sul progetto K.E.P. (Kiwanis
Education Program) per sostenere la crescita e
lo sviluppo dei paesi dell’est europeo.
Molto interessante la relazione della nostra past
president Cetty Amenta che è entrata direttamente
nel tema della presenza reale della donna nel
Kiwanis trovando argomentazioni e reminescenze di
varie piacevoli e tristi traversie che hanno
caratterizzato la evoluzione della donna kiwaniana
nel distretto italiano ne passaggio “ da comparsa
a protagonista”
Riportiamo integralmente l’intervento di Cetty:
Autorità Kiwaniane, autorità civili, carissimi amici
ed amiche kiwaniani,
prima di
intrattenervi sul ruolo della donna nel Kiwanis,
balzato finalmente da quello di comparsa a
protagonista, permettetemi di rivolgere un caloroso
grazie al governatore Sandro Cuzari per la
sensibilità dimostrata nei riguardi delle socie
kiwaniane.
E’ la
prima volta, infatti, che il Distretto Italia San
Marino dedica alla nostra presenza nelle divisioni,
un’intera giornata di studi. Un meritato grazie va
anche alla nostra chairwoman Valeria Gringeri che si
è spesa molto nell’organizzare questo convegno.
Vorrei
parlarvi della mia esperienza vissuta sia da
comparsa- quando ero soltanto, tra virgolette, la
“moglie” del presidente del club Noto Barocca- che
da protagonista, facendo parte a pieno titolo del
club a cui avevo dato tanto in termini di impegno,
seppure dall’esterno, insieme a molte altre /// Un
impegno, per la verità ripagato abbondantemente,
quando all’unanimità sono stata eletta presidente
con grandi attestazioni di stima da parte degli
amici di Noto e dell’intera Nona Divisione.
Oggi
per me essere qui, fra voi a parlare di donne///
sempre meno comparse e sempre più protagoniste nel
futuro del Kiwanis, al punto da pensare con molta
serenità di aspirare agli scanni più alti
anche a livello distrettuale, è credetemi, la
realizzazione di un grande sogno iniziato nell’ 86
allorché il presidente del club Noto Barocca
Michele Celeste, dando voce alle esigenze delle
donne, kiwaniane nel cuore, che pure
lavoravano per fare funzionare il club in veste di
mogli di segretari, tesorieri e presidenti,
propose al governatore del tempo di impegnarsi
nelle sedi opportune perché il Kiwanis, da club
esclusivamente maschile, fosse aperto anche alle
donne, riconoscendo loro un ruolo che non fosse di
mero contorno.
La
reazione del governatore, in visita ufficiale al
nostro club, fu molto cortese quanto secca, anche se
soltanto un anno dopo, i delegati alla Convention
internazionale di Washington DC avrebbero dato
ragione a Celeste, sancendo l’ingresso nel Kiwanis
International, delle socie.
Nel
1989 ho salutato con entusiasmo la nascita del primo
Club misto di Varallo Sesia fondato da Aldamaria
Varvello, che ho avuto il piacere di conoscere,
nutrendo in cuor mio la speranza che anche il club
di Noto, dimostratosi molto favorevole acchè le
donne fossero pienamente e direttamente coinvolte,
riuscisse a rimuovere i vecchi schemi, di fatto poco
adatti al cambiamento della nostra società, per
attirare al suo interno un bel numero di socie.
In
realtà non è stato così semplice. Mentre nel Nord
sull’onda del club di Varallo Sesia il numero delle
socie nelle varie divisioni cominciava a crescere,
dalle mie parti non cambiava nulla, anzi in alcuni
casi si avvertiva una certa resistenza ad accettare
le donne in veste diversa da quella di
organizzatrici in sordina, aiutanti, vallette.
Sapete, “fra il dire e il fare c’è di mezzo il
mare”….La giustificazione in ogni caso era che i
tempi non erano maturi. Questo accadeva nonostante
gli apprezzabili sforzi degli officers del tempo.
D’altro canto era impensabile che bastasse soltanto
cambiare le regole del gioco perché improvvisamente
scoppiasse una sorta di rivoluzione copernicana in
un club prima esclusivamente maschile! Era
necessario che cambiasse anche una certa “mentalità”
diffusa fra i soci ma anche nelle famiglie.
Nel
‘90 la strada da percorrere verso una reale
condizione di parità, anche nella sfera sociale dei
rapporti interpersonali dentro il club, era ancora
molto lunga. Per chiarire meglio questo concetto
aggiungo che, in caso di nuove ammissioni, potendo
scegliere fra due coniugi parimenti impegnati, si
preferiva il marito per non ferirne la sensibilità
e, quand’anche il club decideva per la moglie,
perché ad esempio esercitava una professione ancora
non rappresentata da nessun socio, lei non accettava
per non relegare in secondo piano il consorte.
Questo
modo di pensare ha fatto sì che per lungo tempo il
campo delle donne da coinvolgere per estendere la
grande famiglia kiwaniana si sia ristretto perlopiù
alle “singles”. Ma come fare ad uscire da quest’empasse?
Per me la risposta era semplice e la esposi per la
prima volta nel 1993 durante la Convention di Noto
ad un incontro collaterale organizzato dalla
Varvello per parlare del modo di fare partecipare le
donne in forma più massiccia alla vita del Kiwanis.
In quella sede proposi di cominciare dalle tante
donne che avevano lavorato con spirito di servizio
in tutti questi anni e continuavano a farlo in
silenzio./// Alludevo alle mogli dei soci,
naturalmente solo quelle motivate a fare parte in
prima persona del Kiwanis. Tutto ciò avrebbe dato
una grande spinta in termini di adesioni femminili,
inoltre la presenza di donne iscritte avrebbe
potuto stimolarne altre a partecipare.
Proposi inoltre che si applicasse una piccola
agevolazione economica nel caso ambedue i coniugi
fossero soci.
Io ero
convinta che i tempi fossero maturi per usare
appieno la potenzialità delle donne, la loro
creatività ed operosità all’interno dei club. Perché
sprecare dunque questa gran risorsa, relegandole al
ruolo di “vallette” per scegliere i menu, dividere i
regalini di Natale, o rendere più gradevoli, con la
loro presenza, le manifestazioni? Il mio intervento
riportò un gran successo fra le donne, consorti di
soci, presenti in sala… anche se nella nostra
divisione non cambiò nulla. Il problema in ogni caso
era stato posto e non poteva passare inosservato. E’
spettato al club di Scicli qualche anno dopo rompere
il ghiaccio, mostrando la via da percorrere.
Oggi io vi
parlo da immediata past presidente di un club che
alcuni giorni fa ha confermato alla carica di
presidente, la socia Giovanna Tardonato.
..Ed
andiamo alla donna protagonista.
Non vi
nascondo che la mia esperienza è stata faticosa
anche se ricca di soddisfazioni. E’ quasi
fisiologico per noi donne dare il massimo,
certamente non per dimostrare di essere all’altezza
del compito assegnatoci, quanto piuttosto per una
forma mentale che ci induce ad impegnarci a tutto
tondo in qualcosa in cui crediamo.
Ho pensato
che lavorare a favore dei bambini valesse bene
qualche fatica in più e come me, anche le altre due
presidenti dello scorso anno, Emilena Iaceri e
Giuseppina Nucifora, dei club di Augusta e Modica.
Ciascuna di noi, nel proprio club, ha raggiunto
traguardi davvero notevoli, dando grande visibilità
al Kiwanis International e soprattutto realizzando
con brio, creatività e fattività iniziative di
spessore a favore dei bambini, nel rispetto del
service distrettuale. Io ad esempio ho dato vita ad
un service del club che ha consentito di realizzare
una strada indispensabile alla stessa sopravvivenza
di tanti bambini di un villaggio della diocesi di
Butembo beni in Congo, gemellato con la diocesi di
Noto. E’ stato un grande impegno che ha coinvolto
tutti i soci e che si è concluso con successo.
Ma grandi
traguardi sono destinate a raggiungere le presidenti
elette di Noto Giovanna Tardonato, l’attivissima
Concetta Occhipinti già segretaria del club di
Scicli, le presidenti elette di Lentini Maria Grazia
Culici e di Siracusa Michelangela Dell’Arte.
Care amiche
ed amici kiwaniani// vedete// avere cariche
prestigiose all’interno dei club, delle divisioni,
ma anche del Distretto, non significa fama ed onore…
ovviamente anche// ma significa soprattutto impegno
fattivo e quotidiano. Cosa possiamo dare al
Kiwanis noi donne? Tantissimo. La nostra
sensibilità unita ad una buona dose di pragmatismo e
di fantasia nell’affrontare i problemi, ci aiuta a
cogliere meglio le istanze sociali cercando di dare
ad esse delle risposte concrete.
E’ chiaro che
non sempre le scommesse si possono vincere, però la
cosa importante è non arrendersi mai. Sarebbe senza
dubbio molto più semplice ignorare i problemi invece
di trovare una soluzione, solo per evitare
discussioni. Quando una donna è a capo di un club
questo non può succedere, ve lo dico per esperienza
diretta. Una donna non si tirerà mai indietro ed
assumerà la sua decisione, pronta ad accettarne le
conseguenze positive o negative che siano. Io da
prima presidente donna del Kiwanis Noto barocca, vi
dico in tutta sincerità di avere dato il massimo.
Certamente non tocca a me stabilire se i risultati
siano stati adeguati all’impegno profuso, però,
senza nulla togliere ai presidenti che mi hanno
preceduto, ho cercato di fare la differenza, con le
mie iniziative, anche se spesso e volentieri a corto
di risorse economiche.
Se c’era un
progetto importante nel quale il club credeva, ma il
tesoriere avanzava perplessità del tipo: “E i soldi
dove li prendiamo?” attivavo tutte le risorse
possibili per trovare i fondi che ci servivano,
cercando di responsabilizzare i soci a fare
ciascuno la propria parte. In questo modo ad esempio
siamo riusciti ad arricchire la zona accoglienza
della divisione di Pediatria dell’ospedale Trigona
alla quale, insieme ai Kiwanis junior coinvolti a
pieno titolo nell’iniziativa, abbiamo donato nella
giornata nazionale del bambino, stereo, televisione,
audiovisivi facendo la gioia dei piccoli ospiti del
reparto.
Si, Ce l’ho
fatta ad essere protagonista del mio club, e come me
le donne della nona divisione, che hanno lasciato un
segno indelebile nella storia dei loro club e sono
certa, le molte altre che occuperanno questa
importante ed onerosa carica in futuro. Ma
soprattutto sono fiera di avere reso tramite la mia
modesta azione il Kiwanis tutto, protagonista nella
nostra società e visibile nella battaglia condotta a
favore dei bambini.
Non potrei
concludere questa mia relazione, senza fare un cenno
ad un argomento che mi sta molto a cuore. Mi
riferisco all’esigenza di adottare anche un
linguaggio più consono ai profondi cambiamenti
avvenuti in seno al Kiwanis.
Spessissimo
nelle assemblee di club, divisionali e nelle
Convention, sento parlare gli officers a tutti i
livelli/// di “uomini che hanno a cuore le sorti del
Kiwanis”. E le donne kiwaniane che fine hanno fatto?
Loro non hanno a cuore le sorti dei loro club? Non
credo proprio. Ma anche il “chairman delle donne”
usato in calce alle lettere ufficiali pervenutemi,
non va bene. Nel Regno unito termini doppi come
chairman, in considerazione dei profondi cambiamenti
sociali che vedono le donne occupare ruoli prima di
prerogativa esclusivamente maschile, sono stati
affiancati da chairwoman oppure dall’impersonale “chairperson”.
E allora, perché non farlo anche nel nostro
Distretto abituandoci a parlare di uomini e donne,
oppure più semplicemente di persone? Si eviteranno
svarioni, fatti assolutamente in buona fede, ma
frutto di un linguaggio oramai anacronistico
rispetto alla profonda evoluzione in atto nel
Kiwanis; ne è prova la giornata di oggi. Il
rinnovamento dunque deve investire anche il
linguaggio. Con un po’ di buona volontà possiamo
farcela.
Le
conclusioni del convegno sono state tratte dal
Governatore Sandro Cuzari il quale, dopo avere
sottolineato le linee operative di gestione del
Distretto, si è rivolto al protagonismo delle donne
kiwaniane per “fare più grande il Kiwanis” ed
a tale scopo ha reso noto di costituire una
“Consulta Nazionale delle Donne Kiwaniane”.
Anche in questo caso, come accade di solito, il
Convegno è stato occasione per incontri che hanno
consolidato e rinforzato amicizie antiche e
contribuito ad instaurarne di nuove.
Alla fine di tale Convegno, molti dei veterani
“maschi” del Kiwanis sono arrivati alla
conclusione che il il Club sarebbe ben triste
cosa, e senz’altro monca, senza la presenza sempre
più attiva e determinante della componente
femminile.