Relatrice della serata Debbie Carrani,
grande volontaria per i bambini tibetani. Il Club di
Varese si è fatto promotore di un service che
garantirà per un anno una corretta alimentazione ai
bambini tibetani di una scuola nel Sud dell'India.
Jole
Capriglia
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Un po' di storia
Il Tibet in India
L'incontro con i campi profughi tibetani e
il sostegno a distanza
Fino al 1989, anno in cui il capo spirituale e
politico dei tibetani, il Dalai Lama, riceve
il Premio Nobel per la pace, non sono molti
quelli che conoscono la storia del Tibet.
L'antico 'Paese delle nevi' è fino agli anni
'50 un pacifico regno teocratico governato da
un monaco buddista, 14a reincarnazione del
Buddha della Compassione. Ma proprio nel 1950
il Tibet viene invaso dai cinesi che
continuano tutt'oggi ad imporvi il proprio
governo fortemente repressivo e violento (come
testimoniato anche dai fatti di questi ultimi
giorni). Nel '59, dopo una violenta
repressione da parte dell'esercito cinese, il
Dalai Lama è costretto a fuggire e da allora
inizia l'esilio, soprattutto verso l'India,
per molti tibetani che non vogliono rinunciare
alla propria libertà e soprattutto alla
propria cultura. Una cultura profondamente
ispirata dal buddismo e dai suoi concetti
guida che ci permettiamo di sintetizzare:
non-violenza, compassione, interdipendenza.
In realtà forse il terzo dei tre concetti è
quello più interessante, quello che ispira gli
altri due. L'interdipendenza dei fenomeni è
quella legge per cui tutto è legato e quindi
ogni, pur piccola, azione negativa o positiva
ne produce altre dello stesso segno ed espande
il suo effetto. Più semplicemente, se getto
veleno nello stagno, muore tutto lo stagno. Se
taglio gli alberi dell'Amazzonia respiro
peggio anche a Milano o a Bologna. Se inondo
il mondo di armi, può darsi che un giorno io
venga ferito da una di questa (vedi, al
proposito, il bel film 'Babel' uscito nelle
sale qualche mese fa). Quindi, facciamo del
bene perché prima o poi ne avremo un ritorno
positivo: non è tanto, o non solo, un atto di
fede ma è, in senso buono, un concetto
utilitaristico. Fantastico!
La diaspora dei Tibetani ha forse aiutato il
buddismo ed i sui concetti-guida a valicare le
inaccessibili catene himalayane e ad arrivare
più facilmente in tutto il mondo ma ha, di
fatto, creato un gran numero di profughi,
senza diritto di cittadinanza.
Quelli di loro cui il Governo indiano dal '59
ha concesso asilo sono stati destinati ad aree
remote del sub-continente dove mancava tutto.
Col tempo, la pazienza, il duro lavoro ed
anche gli aiuti dell'occidente, le condizioni
di vita nei campi-profughi migliorano
progressivamente. Ma questa gente resta
profondamente povera in un paese -l'India-
esso stesso afflitto da grandi problemi di
povertà. Inoltre, molti tibetani continuano a
fuggire dal Tibet e dalle durissime condizioni
di vita che i cinesi riservano alla
popolazione nativa. Così gli insediamenti
diventano sempre più affollati ed i problemi
aumentano.
C'è chi sostiene, a ragione, che forse la vera
cultura tibetana risiede proprio lì, in quei
campi profughi dove, a differenza di quanto
avviene in Tibet, si può studiare la lingua
originale, si può praticare liberamente il
buddismo.
In quei campi si possono ancora incontrare
quegli anziani che hanno vissuto il penoso
esodo dalla altitudini del Tibet alle malsane
pianure indiane, che hanno disboscato e
bonificato con mezzi di fortuna territori
incolti, cha hanno pagato il prezzo più alto
di questo esilio.
Quegli anziani stanchi e gentili, che
sorridono sempre con le loro bocche sdentate e
che raccontano ai nipotini le storie del loro
Paese. Loro sono i custodi più autentici dei
valori dell'ospitalità, del rispetto, di
quella incredibile gentilezza. Loro che non
chiedono più nulla se non di potersi spegnere
con dignità.
Tutto, in questi campi, è stato costruito
grazie agli aiuti ed alla gran capacità di
lavoro di questa gente. Tanto resta ancora da
fare, soprattutto per quanto riguarda la
salute. L'India è un paese di oltre un
miliardo di persone dove l'assistenza
sanitaria pubblica è quasi inesistente e la
situazione degli ospedali, per chi non è
ricco, è quella che potete facilmente
immaginare.
Il Dalai Lama, anni fa, disse: "Aiutatemi a
salvare il Tibet, il Tibet vi aiuterà a
salvare voi stessi". Chi scrive, pallido
padano cristiano di mezza età, crede che in
quelle parole ci sia molta verità.
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Debbie Carrani
I Bambini Tibetani….sono anche i nostri
Nasce a Milano il 28 giugno 1967 da
madre inglese e padre toscano.
Sin dai primi anni della sua giovinezza trascorsa a
Londra e con i suoi innumerevoli viaggi nasce in lei
una vocazione così…
Una notte durante un suo viaggio in India sogna dei
bambini che la tirano…. Trascorre giorni
d’angoscia…..sino a quando chiede ad un monaco
tibetano di accompagnarla presso i campi quelli più
poveri…da lì…nasce il suo primo intervento in favore
dei bambini tibetani…cinque foto e in Italia trova 5
famiglie disposte all’adozione, sino ad arrivare
oggi a 1800 tra bambini ed anziani adottati da
famiglie italiane… stiamo parlando di un percorso
cominciato nel 1991 ….
Oggi socia attiva dell’Associazione VIMALA che ha
sede a Lugano con numerosi progetti….nel Nord e Sud
dell’India, dall’adozione a distanza, alla creazione
della sala da parto dove medici della Clinica
Mangiagalli di Milano si sono fatti volontari
mettendosi in aspettativa e recandosi direttamente
sul posto per creare la giusta cultura ed educazione
al rispetto della persona e del nascituro.
LE ADOZIONI A DISTANZA
www.gruppoirisitalia.it/progetti_free_tibet.htm
Tramite i contatti del gruppo Free Tibet di Debbie
Carrani, è possibile aiutare le famiglie dei
profughi tibetani di alcuni villaggi in India,
adottando a distanza un bambino, un nonno oppure un
monaco. I capi dei vari villaggi, scelgono un bimbo,
o un nonno, o un monaco, da una tra le famiglie più
bisognose di aiuto, e compilano una scheda nella
quale inseriscono una breve storia del bambino (del
nonno o monaco) e della sua famiglia, allegando la
sua foto. Questa scheda viene poi spedita ai
contatti del gruppo Free Tibet. Nel momento in cui
la persona ha scelto il bambino, oppure il nonno,
oppure il monaco che desidera adottare, gli viene
affidata la sua scheda. Da questo momento è
possibile scrivere (per facilitare scriveremo solo
"il bambino", ma ovviamente intendiamo tutti e tre i
tipi di adozione) al bambino adottato, e magari
inviargli anche una nostra foto, attendere la sua
risposta e versare la quota per l'adozione. Ma
quanto costa un' adozione a distanza? Un adozione a
distanza costa 150 euro annuali più le spese per i
francobolli necessari a rispondere alle letterine.
Alcuni dei soci del Gruppo Iris Italia hanno già
adottato, grazie al gruppo Free Tibet, bambini e
nonni, riportiamo qui di seguito un' esperienza
diretta:
[...] Una volta scelta la nostra adozione abbiamo
inviato la lettera al bambino, con la nostra foto, e
dopo poco tempo, circa un mese, abbiamo ricevuto la
risposta dalla sua famiglia, poiché lui era troppo
piccolo e non sapeva ancora scrivere.
Insieme alla lettera c'era anche la sua foto. un
emozione indescrivibile ricevere quella letterina!
Abbiamo così versato la quota per l'adozione, e da
allora abbiamo ricevuto sempre risposta alle nostre
lettere.
In alcune lettere, il nostro bambino ci invia anche
i suoi disegni, e ogni tanto decidiamo di inviargli
un piccolo dono, augurandoci che lo renda felice,
come lui ci rende felici ogni volta che ci invia una
lettera, o che guardiamo un suo sorriso impresso in
una foto! [...]
ASSOCIAZIONE "VIMALA"
“siamo un gruppo di persone che hanno avuto tanto
dalla vita ed hanno deciso di condividere e di
porgere una mano ed un pezzettino di cuore a tutti
coloro che con la vita invece hanno sempre e solo
dovuto lottare. Il nostro obbiettivo e' quello di
trasformare la possibilità in realtà per quei bimbi
raccolti per le strade malati e affamati che hanno
diritto di vivere dignitosamente Ciò che viene fatto
rispettando e cercando di preservare la loro cultura
e le loro tradizioni .
Operiamo soprattutto in India, nei campi profughi
tibetani, e il nostro impegno non e' solo quello di
offrire aiuto quotidiano materiale aiutiamoli a
studiare ma la possibilità di aprire una finestra su
"una vita migliore "
Abbiamo realizzato : scuole ospedali e dispensari (
nei campi profughi tibetani , sala parto e reparto
oculistico reparto di isolamento per la TBC ,
ospizio per anziani) , acquistato locali per ragazzi
senza casa, manteniamo mense e asili già esistenti
con un programma nutrizionale adeguato progetti di
bonifica dell' acqua.
Possibilità di adottare a distanza uno o più bambini
Per informazioni : Debbie Carrani ( debbiela2003@yahoo.com
)
Mimmi Guglielmone nonna.mimmi@yahho.com
Ornella Vilgiani Dolgiotti ( ornelladogliotti@yahoo.it
)
Per offerte Banca Popolare di bergamo Corso italia
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01601 000000099190”
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Alcune foto della serata
durante la quale oltre agli inni kiwaniani è stato
ascoltato anche l'inno Tibetano, in rispetto di un
popolo e dei suoi bambini a cui dedicheremo il
nostro service.