Riflessioni di Beppe Lucchin
Chi è leader ?
Negli
ultimi due anni, durante lo svolgimento delle sessioni
dei corsi di formazione, Training, si è parlato
del concetto di leader; non in toni accademici,
ma con il desiderio di svegliare concetti utili a
chiunque aspiri a ricoprire un ruolo direttivo ed a
prendere le giuste decisioni.
Un tempo
chi ricopriva il ruolo di comando, veniva definito
“capo”, parola con cui si definiva colui che sta su,
sopra a tutti ed a tutto; oppure “condottiero”, che
definiva colui che sta davanti e conduce alla
conquista, alla vittoria chi lo segue; più anticamente
“duce o doge”, che indicava un personaggio con ampi
poteri, militari, amministrativi, giudiziari.
Con
l'avvento della globalizzazione, prima per esterofilia
poi per praticità, si è cominciato ad utilizzare la
parola “leader” per indicare colui che oltre a definire
le linee guida dà la direzione, dispone il come ed il
quando: da qualche anno il termine usato, e non solo in
gergo calcistico, è “coach” che indica una persona la
quale, oltre a possedere le qualità già viste, si fa
carico dei problemi e dei limiti dei sottoposti e gli
aiuta ad imparare a compiere quei progressi personali di
comportamento e di trasformazione personale.
Ma
quando si può dire che uno è leader? E chi è un
vero leader ?
Ecco
alcune riflessioni che possono aiutare.
Per
essere un leader bisogna ammettere che esiste più di una
posizione ragionevole e che le decisioni giuste vanno
definite con un confronto democratico.
Come
nella storiella della palla contesa da tre ragazzini:
uno la vuole perchè sa come giocarci, un altro perché
l'ha gonfiata lui, il terzo perché è sua.
Per
ognuno la propria ragione è la più importante: a chi
spetta la palla?
Non
esiste una risposta, la scelta scaturisce dalla
discussione, in questo caso il criterio di valutazione
sono il miglior uso, lo sforzo e la proprietà.
Un altro
requisito di un buon leader è di saper ascoltare: in
modo attivo, mettendosi nei panni dell'altro e
considerando le sue ragioni.
Una
seconda esigenza è saper esporre e difendere il proprio
punto di vista , chiarendo le proprie ragioni in modo
che gli altri possano esaminarle.
Questo
si traduce in una capacità utile per smontare i
pregiudizi, che si basano su ragionamenti di parte che
si possono contrastare con ragionamenti migliori.
Imprescindibile per un leader è saper bilanciare
principi e conseguenze concrete.
Per
comodità, pigrizia o mancanza di tempo è un guaio
prendere decisioni senza prima esaminare i diversi punti
di vista.
Un
leader sa prendersi le responsabilità; ha la capacità di
scelta e di partecipare alla discussione dei problemi
del governo.
Perché
la leadership, a pensarci bene, non è una attività
diversa da quella che facciamo col nostro comportamento
quotidiano.
Beppe
Lucchin – KC Bergamo Orobico
I VALORI CHE CI GUIDANO
In un
gruppo a forte vocazione sociale come il Kiwanis, la
qualità della relazione sociale ed umana costituisce il
più forte veicolo di successo.
A darci
questa convinzione è il fatto di poter contare su un
gran numero di Soci disponibili ed eccezionalmente
efficienti. Nel Kiwanis contano i fatti e non le parole.
I fatti
dicono che, pur a fronte di una situazione sociale
difficile, la considerazione complessiva della nostra
organizzazione può definirsi positiva.
Il
nostro posizionamento nel territorio nazionale consente
di associare, al consolidamento nelle aree di storico
insediamento, obiettivi di espansione in nuove aree
promuovendo un piano di ottimizzazione territoriale per
disporre di una rete di Club più equilibrata e
razionale.
Bisogna
quindi saper lavorare più saggiamente e duramente e
ripartire a testa alta, orgogliosi e fiduciosi delle
proprie idee e dei propri progetti con sempre più rigore
professionale e senso di responsabilità.
Incominciando dalla capacità di ascolto indispensabile
per assumere un ruolo propositivo che sappia mettere a
fuoco i bisogni e le aspettative delle comunità in cui
lavoriamo. È grazie all'ascolto che è possibile
individuare aree di miglioramento del Service e
monitorarne le evoluzioni.
Inoltre
la costante cura verso la formazione dei Soci e degli
Officer ha, quale punto di maggior attenzione, proprio
quello di rimarcare che ogni “relazione umana” , ancor
prima delle indispensabili conoscenze specifiche, deve
dar prova della propria affidabilità e serietà
personale.
Il
lavoro di tutti coloro che operano nel Kiwanis consiste
nel credere nella propria “missione” volta in ogni
circostanza a trovare soluzione alle rispettive
esigenze.
Bisogna
concordare sull'importanza, determinante per il Kiwanis,
del capitale intellettuale e di un intelligente gioco di
squadra per ottenere risultati importanti e
riproducibili nel tempo.
Chiunque
lavori a stretto contatto con la società e le comunità
presidiate, cercando di capire i bisogni, i desideri, le
aspettative sa molto bene quanto siano importanti le
relazioni interpersonali, in grado di durare ed
arricchirsi nel tempo.
Comunicare bene e praticare male rischia di sortire
nelle persone l'effetto opposto; solo i fatti, i
riscontri concreti e l'orgoglio di agire in modo
trasparente e tempestivo con spirito di servizio,
mettendo le personali capacità e qualità a disposizione
del Kiwanis, ci consentono di lavorare con maggior
serenità e disponibilità per il raggiungimento del
nostro obiettivo: “Save the children of the world”.
Per
concludere voglio dire che ammiro quei Soci ed Officer
che ogni giorno affrontano le attività connesse al loro
ruolo, con quella coscienziosità e quella cura di chi
comprende il valore complessivo, oltrechè l’utilità, che
il proprio fare contribuisce a determinare.
Mi
auguro quindi che ogni Socio continui a esercitare la
propria mansione con la qualità ed il senso di
appartenenza di sempre; che ogni Presidente, ogni
Segretario, ogni Luogotenente Governatore si prodighi a
trasmettere a tutti i rispettivi collaboratori un forte
legame al Kiwanis.
Il
Kiwanis deve tener fede alla propria missione
principale: “servire al meglio le persone bisognose
valorizzando al meglio la personalità del Socio”.
Giuseppe
Lucchin – KC Bergamo Orobico