IL DIARIO

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BOTSWANA

 

A noi non è capitato ed in pochi minuti siamo approdati sull’altra sponda in territorio del Botswana e dopo le brevissime operazioni doganali abbiamo potuto riprendere la via.

Prima di sera abbiamo raggiunto, trecentosessanta chilometri più a sud, Nata, un villaggetto privo di quasi tutto ma non di una grossa stazione di rifornimento di carburante con annesso campeggio e bungalows.

Il Botswana, considerato la Svizzera dell’Africa ha cominciato col dimostrare che tale fama non è immeritata. Infatti lo standard del servizio offerto ha fatto un improvviso salto mortale all’insù.

Oggi 21 febbraio, il salto mortale l’abbiamo fatto noi percorrendo con un solo balzo i chilometri che ci separano dalla capitale Gaborone che raggiungiamo prima del far della sera.

Gaborone, città nuovissima che accoglie circa duecentomila abitanti, sta crescendo modernamente attorno ai centri commerciali in continua crescita.

Pare che qui come in nessun’altro posto in Africa il risvolto economico sia quello più importante. Non per nulla il suo attuale Presidente della Repubblica è stato Ministro dell’Economia e possiede due lauree in tale materia.

Dopo un paio di giorni di riposo riprendiamo la nostra via, raggiungendo, attraversando e superando Pretoria che ha l’aria di una città vivibile.

Con i suoi giardini e le sue linde villette si dichiara indubbiamente diversa dalla megalopoli Johannesburg contornata da una bidonville spaventosamente grande in cui si addensa buona parte dei suoi oltre sei milioni di abitanti.

Sostiamo in autostrada in uno degli attrezzatissimi, ordinatissimi, pulitissimi autogrill Ultra City che più che mai ci ricordano che l’Africa tradizionale è terminata. Sostiamo in autostrada per poi proseguire il giorno successivo e raggiungere Mbabane, capitale dello Swaziland.