IL DIARIO |
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TANZANIA
La
strada che dalla frontiera porta all’ingresso del Serengeti è una
pista per niente ben tenuta ed ancora una volta mette a dura prova le
balestre che scricchiolano penosamente. Entriamo
finalmente nel Serengeti National Park e ci femiamo la notte nel public
campingsite. Dopo aver campeggiato nel pubblico campeggio che, oltre
all’ambiente indubbiamente stupendo, per venticinque dollari a persona
non offriva altro che acqua da attingere da una tank da
quattromila litri a disposizione degli utenti; dopo aver campeggiato,
dicevo, abbiamo proseguito e siamo passati al Ngorongoro National Park
che si è dimostrato subito particolarmente generoso in termini di
quantità e qualità di animali rispetto al Serengeti. Oggi, partendo da … nel Ngorongoro National Park (durante la notte nel public campingsite ci hanno fatto visita una iena, due elefanti ed un facocero) e percorrendo le belle ma terribilmente pericolose strade tra le montagne che contornano il cratere abbiamo raggiunto finalmente l’asfalto e Moshi non prima di aver sostituito una gomma che dopo solo 250 chilometri dal suo montaggio ha deciso di sospendere le sue funzioni. A
Moshi, prima che facesse sera abbiamo provveduto a far riparare la gomma
da quello che si è dimostrato l’unico gommista decente di tutta
l’Africa. L’unico che oltre ad usare le mani usava anche il
cervello.
E’ il 12 febbraio, da Moshi siamo partiti presto ed abbiamo raggiunto Morogoro. Appena dopo Same, purtroppo è scoppiata la terza gomma del viaggio costringendoci a sostituire la nona gomma dalla partenza. Abbiamo deciso di fermarci a Morogoro da “Mama Pierina” ristorante italiano, o meglio, gestito dalla figlia di una italiana da cinquant’anni in Tanzania. Abbiamo mangiato bene e la figlia di “Mama Pierina” ci ha trattati con estrema gentilezza consentendoci di campeggiare nel cortile del ristorante senza farci pagare tangenti di sorta. L’unica cosa negativa è stata la notte durante la quale una nuvola di zanzare entrate proditoriamente mi ha martirizzato per tutta la notte impedendomi, insieme al caldo asfissiante ed all’umidità di dormire il sonno del giusto. Da Morogoro con un salto di oltre 650 chilometri abbiamo raggiunto M’Beia. |